Siglato il protocollo d’intesa tra l’Ordine dei Giornalisti del Molise e l’Ordine regionale degli psicologi. A fare gli onori di casa alla presidente Alessandra Ruberto, il presidente Vincenzo Cimino ed il vice Cosimo Santimone.
Dopo 7 anni di formazione e 17 dalla nascita dell’Ordine dei Giornalisti, si è chiuso un accordo programmatico di ampio spessore, secondo solo a quello siglato dai colleghi veneti. Formazione professionale, continuo scambio di idee e diversi progetti già in cantiere da realizzare a breve termine. Questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzano l’intesa tra l’Ordine dei giornalisti del Molise e l’Ordine degli psicologi.
“Il protocollo – ha detto la presidente Ruberto – nasce in seguito a quello che abbiamo vissuto in questi due anni; è necessario sottolineare l’importanza della comunicazione all’interno della comunità professionale anche e soprattutto per il benessere psicologico. Ciò che abbiamo subìto con la psicopandemia deriva anche da quello che abbiamo letto sui giornali, quindi ci siamo confrontati e abbiamo trovato l’accordo su questo fondamentale lavoro sinergico tra le due professioni”.
“Dopo lo sportello digitale, il lavoro sulle fake news, la mail su sos infodemia, la collaborazione con Corecom e Usr su bullismo e cyberbullismo, – ha detto il presidente Cimino – l’evento odierno è un percorso che garantisce una informazione migliore. Noi raccontiamo, a volte esageriamo con gli aggettivi, immagini o foto, loro cercano di lenire disagi della società, provocati a volte anche da noi; per questo è nata quasi spontanea la necessità di confrontarsi e lavorare insieme nella formazione, per realizzare un prodotto migliore con psicologi e giornalisti che si aiutano a vicenda. Gli argomenti: i disturbi alimentari, l’apprendimento, il disagio giovanile, l’inclusione, le fobie, i suicidi, le forme depressive, gli stati d’ansia, i minori, il mondo delle carceri, la clown terapia, la lingua dei segni, la disabilità, l’emarginazione, l’invecchiamento, … tematiche che vanno descritte con la giusta padronanza lessicale. Non sempre è così”.