Non ci stanno le donne dem su quanto avvenuto ieri in Consiglio regionale e sull’azione messa in atto dall’ormai assessore della Giunta Toma, Filomena Calenda che prima, insieme alle minoranze, ha firmato la sfiducia al presidente e poi, nel giro di nemmeno due ore, ha ritrattato per entrare in Giunta.
Questa la nota a firma della vice segretaria della federazione PD Basso Molise, Candida Stellato, e delle delegate della Conferenza Donne Dem Molise, Francesca D’Anversa e Nicoletta Bartollino.
“A pochi giorni dall’Assemblea del Partito Democratico, – scrivono – durante la quale la vera protagonista dell’intero dibattito è stata la parola “Verità”, sentire le dichiarazioni della Consigliera Calenda (ora già Assessora) a poche ore dalla firma per la sfiducia a Toma, ci fa sorridere. Di un sorriso triste, amaro. Lo stesso identico sorriso di una donna che si disinnamora di qualcosa in cui ha sempre creduto fermamente: la presenza delle donne in Giunta.
Leggere che si propone di essere la “voce di ogni donna” – quindi anche la nostra – e “al fianco di ognuna di esse”- quindi anche al nostro fianco – ci offende profondamente.
La nostra voce era e sarà sempre quella della Verità!
La stessa voce che stessa Assessora Calenda aveva scelto di abbracciare quando annunciava di firmare la sfiducia a Toma perché definiva l’azione della sua stessa maggioranza ” un indegno spettacolo”.
Una voce però, che ha finto di non sentire più nel momento esatto in cui lo stesso Presidente che lei delegittimava, le ha proposto – per avere la certezza di restare in sella – di entrare nell’esecutivo.
La voce che ha scelto di smettere di ascoltare racconta di una terra che soffre, di una terra sbeffeggiata dall’inerzia e dalla strafottenza, di figli che piangono i propri cari, di lacrime inconsolabili di donne che piangono i propri figli. Le stesse donne delle quali vuole essere voce, pur sapendo di averle tradite consapevolmente.
La nostra voce – e non si senta offesa l’Assessora – ci dice:
– che la dignità di un popolo in sofferenza non può essere tradita dalla bramosia di potere,
– che una donna dovrebbe sentire di più e più forte il grido di dolore della sua terra, perché possiede una propensione innata alla sensibilità, e consolarlo non alimentarlo per mera vanagloria,
– che scendere a compromessi sacrificando il bene comune per un ruolo, delegittima chiunque – uomo e donna che sia – dall’essere degno rappresentante del suo popolo,
– che la scelta fatta dalla Calenda non solo tradisce l’azione e le lotte delle donne per la salvaguardia della salute e della vita dei molisani, ma impedisce che Toma possa pagare le sue inefficienze con la sfiducia votata dalla gran parte dei consiglieri regionali,
– che i mali e le emergenze di questa Regione possano risolversi solo se questo Governo lascia il posto ad un Governo capace di difendere meglio gli interessi dei molisani.
La voce della Calenda – conlcude la nota – è la sua voce. La voce delle Donne rivendica dignità”.