Le attività di studio avviate nella due giorni dedicata all’Ingegneria Naturalistica tenutasi la scorsa settimana (28 e 29 settembre) a Ferrazzano, si sono concentrate sul confronto e l’approfondimento nei temi dell’applicazione delle tecniche di Ingegneria Naturalistica per la mitigazione del rischio idrogeologico e la riqualificazione ambientale ed il cantiere scuola, realizzato ai piedi del Palazzo Baronale Carafa ha rivolto la sua attenzione particolare al recupero degli spazi urbani sottolineandone oltre che la destinazione tecnica delle opere, la dimensione culturale e sociale.
“Lo short course che abbiamo ospitato lo scorso week end ci ha dato al possibilità di approfondire l’utilizzo delle tecniche d’ingegneria naturalistica ad oggi. – afferma il sindaco Antonio Cerio – Non solo, aver ospitato il ciclo di seminari qui a Ferazzano ci ha permesso di riqualificare un’area bellissima, alle pendici del Castello Baronale Carafa e ci ha onorato della presenza in paese di tecnici provenienti da tutt’Italia. Il completamento dell’opera con la realizzazione in Molise del primo campo sperimentale per l’ingegneria naturalistica ed il giardino sociale della biodiversità inorgoglisce la nostra comunità ed è motivo di vanto per tutto il Molise. Nella mattinata di sabato insieme agli alunni della scuola procediamo con la messa a dimora di essenze vegetali opportunamente selezionate dai tecnici AIPIN.”
All’atto della stipula della convenzione AIPIN si impegna alla raccolta e l’elaborazione di dati sperimentali tecnici e scientifici provenienti dal monitoraggio, utilizzabili a supporto di tesi di laurea e studi universitari oltre che da rendere noti in una pubblicazione scientifica da redigere al termine del primo anno di attività.
“E’ sicuramente il raggiungimento di un traguardo importante quello della creazione di un campo sperimentale per l’Ingegneria Naturalistica e contemporaneamente di un giardino sociale della biodiversità. L’area al centro del borgo antico, sistemata con tecniche sperimentali di Ingegneria Naturalistica e rinverdita con la messa a dimora di essenze vegetali autoctone opportunamente selezionate tra quelle appenniniche attraverso particolari criteri di fitoclimatica, rappresentatività culturale del paesaggio rurale, cromatismo, periodo diversificato di fioritura, possibilità di richiamo di insetti e specie avifaunistiche, potrebbe diventare un importante centro di studio per professionisti e universitari e più semplicemente un laboratorio di educazione ambientale per le giovani generazioni.” Simone Inserra, Presidente AIPIN Campania.