L’iniziativa è stata presentata nella cornice del Convitto Nazionale ‘Mario Pagano’.
“Abbiamo raccontato – le parole di Genovese – l’aspetto aggregativo dello sport e la capacità che avevano quei ragazzi di far muovere Campobasso, anche dal punto di vista socio-economico. Un pizzico di nostalgia c’è, ma condividiamo che il capoluogo regionale è fermo. E questo è l’aspetto negativo, che abbiamo voluto mettere in evidenza”.
“È un libro – spiega Ventresca – che solo in apparenza è sportivo, ma ha tanto di sociale. È rivolto ai giovani, che devono sapere da dove provengono. Attraverso gli eventi sportivi, abbiamo guardato i nostri eroi, quelli della città, che giocavano per la strada. Venivano dal periodo post-bellico e Campobasso rinasceva anche attraverso i suoi personaggi. Nel libro uno spazio riservato anche per chi oggi è assente, perché ci ha lasciato. Abbiamo contribuito a consegnare costoro alla memoria della regione”.