I volontari sono formati, i locali ci sono, non resta che limare gli ultimi dettagli e l’emporio solidale di Termoli potrà aprire.
A breve la Caritas Diocesana inaugurerà la struttura posta nel centro della città adriatica e l’evento sarà il culmine di un progetto partito da lontano, che sin dai suoi esordi ha incassato la collaborazione del CSV Molise.
L’emporio opererà in un contesto, quale quello basso molisano, in cui la stessa Caritas ha evidenziato un notevole incremento della povertà a causa della pandemia da Covid-19 e offrirà un sostegno concreto alle famiglie indigenti di tutta l’area, nello specifico alle persone in difficoltà che fanno riferimento alle parrocchie della Diocesi di Termoli-Larino.
Il Centro di servizio si occuperà di supportare la Caritas nella ricerca dei volontari e di collaborare nella formazione degli operatori impegnati nell’emporio, esattamente come avvenuto negli ultimi mesi attraverso il corso online promosso in tandem dai due organismi.
Circa 30 persone, tra nuovi volontari e operatori Caritas, hanno seguito quattro ‘lezioni’ in cui si sono alternati in qualità di relatori Corrado De Dominicis, direttore della Caritas di Pescara-Penne e delegato regionale della Caritas Abruzzo-Molise e Angelo Salvi, psicologo e formatore, nonché esperto di Terzo Settore. Si è parlato delle motivazioni che spingono un cittadino a donarsi agli altri, dell’importanza del lavoro di squadra e proprio della gestione dell’emporio. Questo argomento è stato al centro dell’incontro conclusivo trasmesso nel pomeriggio di martedì scorso, 6 luglio, in diretta web sui canali Youtube e Facebook del CSV Molise.
I lavori sono stati aperti dal consigliere del CSV Molise e neo eletto tesoriere del CSVnet Piero Petrecca.
«Sono felice del connubio che si è creato con la Caritas di Termoli, che ringrazio – ha detto -. Abbiamo dato degli input per la realizzazione e la promozione del progetto e saremo a disposizione, anche in futuro, per coinvolgere le associazioni e i volontari».
La direttrice del Centro di servizio Lorena Minotti ha ricordato le tante iniziative promosse negli ultimi due anni con la Caritas, sottolineando la grande risposta avuta dalle persone che si sono avvicinate al mondo del non profit.
Concetti, questi, evidenziati anche da Suor Lidia Gatti, direttrice della Caritas Diocesana di Termoli-Larino, che ha raccontato la genesi dell’emporio.
«L’idea è nata nel marzo 2020, durante il primo lockdown – ha spiegato – È scoppiata la crisi economica delle famiglie, come certificato dai dati del nostro Centro d’ascolto, quindi abbiamo preso la decisione di aiutarle a conquistare un’autonomia. È iniziata subito un’opera di sensibilizzare verso i nostri parroci, dopodiché abbiamo incontrato le Caritas parrocchiali chiedendo loro un contributo sia per i volontari, sia per ‘adottare’ uno scaffale nell’emporio, a seconda delle possibilità. L’obiettivo primario è coprire i costi, in termini economici, di un nucleo familiare, ma vogliamo accompagnare le famiglie tramite il Centro d’ascolto e stiamo costruendo una rete con i supermercati. L’impatto di questo emporio sul territorio sarà importante».
Si è quindi dato vita al confronto con realtà consolidate e operative da anni come quella dell’emporio della Caritas diocesana di Teramo- Atri diretta da don Enzo Manes. La responsabile Anna D’Eustacchio si occupa della struttura sin dalla sua nascita, il 6 dicembre 2012, e dalle 1200 famiglie assistite inizialmente si è passati a una cifra ben più alta e all’attivazione di servizi per minori.
A concludere gli interventi è stato Giorgio Casagranda, presidente del CSV Trento e di Trentino Solidale Onlus. La ‘sua’ è una macchina rodata, partita dalla lotta allo spreco alimentare, che oggi riesce a coprire le esigenze dell’intera provincia di Trento, di parte dell’Alto Adige e di una zona del Veneto. Nello specifico l’emporio di Trento assiste mille famiglie a settimana, opera con 250 volontari che tramite 19 furgoni percorrono 250mila chilometri all’anno.
«Raccogliamo cibo tutti i giorni in 330 negozi e supermercati e lo distribuiamo con 33 punti sparsi sul territorio – ha detto Casagranda -. Partiamo alle 5,30 del mattino e tutti gli alimenti vengono consegnati entro le 16,30. La nostra forza deriva dal numero dei volontari e nessuno di loro percepisce un centesimo, nemmeno il rimborso spese. Per la stragrande maggioranza si tratta di pensionati, ma abbiamo stretto accordi con l’Uepe e con il Tribunale dei minori. Ad esempio solo nel 2020 abbiamo svolto 11mila ore di servizi socialmente utili. Anche questo è un apporto importante insieme a quello garantito dal CSV».
La sfida è arrivare piano piano a questi numeri, per ora non resta che attendere la data ufficiale dell’entrata in funzione dell’emporio, aiuto reale in favore di tante persone fragili.