“Il Regolamento in questione – dicono da Coscienza Civica – prevede, inoltre, le norme per l’abbattimento, raccolta, conferimento ispezione sanitaria e stoccaggio delle carni nonché per lo smaltimento dei visceri non edibili e dei sottoprodotti. In merito alle strutture necessarie potrebbero essere opportunamente utilizzati gli ex mattatoi a capacità limitata, pubblici e privati, che non hanno subito la trasformazione in mattatoi CEE e che sono abbastanza diffusi sul territorio. Questo processo – afferma Coscienza Civica – se adeguatamente perseguito e gestito conferirebbe alla selvaggina cacciata una garanzia di qualità e sanità con uno straordinario ritorno in termini di identità territoriale sfruttabile per la ristorazione e promozione turistica”.
“Inoltre, è fondamentale – conclude il movimento Coscienza Civica – un piano straordinario per il sele-controllo o prelievo straordinario dei selvatici in eccesso. Tale Piano già condiviso con le associazioni di categorie interessate è di fatto ancora fermo nella commissione del Consiglio regionale per motivazioni non pertinenti alla sostanza del problema e che costituisce un ‘tappo’ alla soluzione di tutta la problematica. Un’ulteriore valorizzazione della figura del cacciatore che diventerà un operatore ambientale e al quale occorrerà una formazione che assume le connotazioni di OSA (Operatore del Settore Alimentare); strutturare una procedura concordata di valorizzazione e commercializzazione del prodotto coinvolgendo anche l’Università del Molise. Proprio la mancata approvazione in Regione di tale Regolamento blocca di fatto la creazione della catena di commercializzazione dei prodotti della caccia ed impedisce il superamento dei pericoli, che il sovrannumero di cinghiali ha determinato con l’esposizione a rischi, sia per le colture agricole che per la salute umana”.