Dopo un inverno particolarmente secco, la primavera 2017 si apre con un dato allarmante: il Po è in magra come ad agosto con le falde mai così asciutte negli ultimi 20 anni. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti che invita a riflettere su cosa succederebbe se, in una situazione del genere, il servizio idrico fosse affidato ad un privato.
“Nella prossima stagione estiva si presenterà il problema dell’irrigazione dei campi e, in una situazione di piena emergenza idrica, cosa accadrebbe – si chiede l’esponente di Possibile Lab-l’Isola che c’è, Michele Durante – se il servizio idrico, dalla sorgente al rubinetto, fosse privatizzato? In uno scenario del genere, quali saranno i costi da sostenere? La conseguenza di tutto questo – ha affermato ancora Durante – potrebbe essere la distruzione dell’intero settore agricolo a causa del riscaldamento globale che oggi si presenta drammatico, ma in futuro lo sarà ancora di più. Inoltre, l’importo delle bollette idriche salirà alle stelle con la conseguente l’impossibilità di avere accesso al bene primario che innescherà una lotta per l’acqua a pagamento. Si tratta di questioni rilevanti – ha concluso l’esponente di Possibile Lab-l’Isola che c’è – di cui il Consiglio regionale dovrà tener conto nella seduta del prossimo 13 aprile quando sarà chiamato ad esprimersi sulla costituzione dell’Ente che dovrà gestire le acque molisane: la privatizzazione del servizio sarebbe una conseguenza drammatica per tutti”.