Droga e alcol: in Molise la piaga dell’abuso si espande a vista d’occhio tra le generazioni più giovani. Per questo le consigliere regionali di minoranza, Angiolina Fusco Perrella e Nunzia Lattanzio, hanno presentato un ordine del giorno con il quale impegnano il Presidente della Regione e la giunta regionale ad elaborare, di concerto con tutti gli organismi e le forze interessate (Ministero, Enti Locali, Asrem, organizzazioni sociali e di volontariato) un piano di attività secondo un’articolazione che preveda: servizi alle persone attraverso strutture dedicate; livello delle ricerche, comprendente una mappa territoriale del fenomeno della tossicodipendenza nonché una valutazione della quantità e della qualità delle risposte istituzionali pubbliche e private nel campo della prevenzione e del trattamento nonché un’indagine sulla tossicodipendenza nelle aree territoriali; livello della mobilitazione culturale che include un’azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso tutti i canali di informazione (mass-media, famiglia, scuola ed organizzazioni sociali); livello dei rapporti istituzionali da sviluppare con intese organiche tra amministrazioni centrale e periferiche e con incontri tra amministratori delle realtà locali più colpite dal fenomeno; livello di valorizzazione della risorsa del volontariato per recuperare la persona e consentire meglio il suo reinserimento nel contesto sociale e produttivo, attraverso l’integrazione degli interventi; riattivazione delle funzioni dell’Osservatorio dei fenomeni sociali in sostegno di azioni concertate per la prevenzione e di attività per il reinserimento sociale e l’inserimento lavorativo.
“Non si può ignorare – si legge nella nota a firma della Fusco Perrella e della Lattanzio – la gravità assunta dal fenomeno della tossicodipendenza nel Molise; anche il fenomeno del consumo di alcol ha un impatto profondamente negativo, sia nella sfera che riguarda la salute, sia in quella sociale, come disordini relazionali e problemi economici.
Le ricerche scientifiche – continuano – hanno dimostrato come lo sviluppo cerebrale dell’adolescente, di norma, conclude il proprio processo di maturazione intorno ai venti anni e che l’utilizzo di alcol e droghe durante questo periodo determina importanti disturbi nel corretto sviluppo delle funzioni cognitive e dei sistemi neurobiologici destinati al controllo dei comportamenti e a fondamentali sistemi di funzionamento psichico come quello della gratificazione, della memorizzazione, della capacità decisionale e del giudizio.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità in Italia – si legge ancora – è “emergenza” alcol per i giovanissimi, poiché fa uso di bevande alcoliche e superalcoliche il 19,5% dei ragazzi under 18; inoltre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) da anni individua nell’abuso di bevande alcoliche un problema prioritario di Sanità Pubblica: gli alti costi sociali, le gravi patologie organiche, le gravi psicopatologie della sfera affettiva e cognitiva, i gravi disturbi del comportamento sociale e sessuale, l’assenteismo sul lavoro ed i frequenti ricoveri ospedalieri, nonché i numerosi e gravi incidenti stradali strettamente connessi all’abuso di alcolici, anche solo occasionale.
Uno studio condotto da HBSC (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) sul rapporto tra i ragazzi e il consumo di alcol e fumo, ha indicato nel 19% la percentuale di ragazzi molisani che bevono alcolici almeno una volta a settimana, a fronte di una media nazionale del 11%, notando inoltre un incremento con l’età della percentuale di ragazzi che bevono con frequenza almeno settimanale, con valori maggiori fra i maschi rispetto alle femmine di pari età.
Ad oggi sono in terapia presso il Servizio per le Tossicodipendenze (SerT) 280 pazienti per dipendenza da sostanze illegali e 105 per dipendenza alcolica e problemi correlati ad essa (le fasce di età più colpite sono quelle dei 18-30 anni per quello che riguarda le droghe, mentre per alcol la fascia più colpito è quella dei 40-50 anni; è altresì preoccupante il costante aumento di ragazzi tra i 15-17 anni presi in cura dal servizio, i quali vengono inviati dal tribunale dei minori).
Le sostanze più usate – aggiungono le rappresentanti in consiglio regionale – risultano essere cannabinoidi, stimolanti quali ecstasy e anfetamine, stupefacenti come il crack ma anche alcol ed eroina nei più giovani.
Ci troviamo – conclude la nota – di fronte a tematiche che minano l’assetto sociale poiché toccano aspetti vicini alla vita di tutti tali da necessitare un’attenta riflessione sulle situazioni di fatto e sui reali termini di esso; per questo chiediamo al presidente della Regione e alla giunta regionale di elaborare, di concerto con tutti gli organismi e le forze interessate (Ministero, Enti Locali, Asrem, organizzazioni sociali e di volontariato) un piano di attività ben articolato”.