“Il riconoscimento del Molise in regione a sé stante appaga antiche e sentite aspirazioni, ed è premessa perché si determino condizioni più favorevoli per il progresso della nostra terra. Si tratta di un territorio ben delimitato su cui vive una popolazione che ha vincoli comuni di storia, di tradizioni, di usi e di costumi e quindi anche una sentita aspirazione all’autonomia che le alterne vicende della storia italiana lasciarono inappagata, ma non sopirono mai”. Sembrano ancora riecheggiare queste parole, pronunciate dinanzi alla Camera dei Deputati da Giacomo Sedati, parole che rappresentano il vero e proprio manifesto dell’orgoglio molisano, animato, allora come oggi, da grande e legittima voglia di autonomia.
Ad affermarlo in una nota stampa i consiglieri regionali di centrodestra: Iorio, Fusco, Micone, Cavaliere e Sabusco, con l’aggiunta di Lattanzio.
“Era il 17 dicembre del 1963, e dopo un lungo iter normativo, portato avanti sia dall’attività dei parlamentari molisani nelle sedi istituzionali governativi sia dall’azione del Comitato Interparitetico per il riconoscimento dell’autonomia del Molise preseduto dall’On. La Penna, alla Camera veniva approvata la proposta di legge di iniziativa del Sen. Magliano con la quale si andavano a modificare gli artt. 131 e 57 della Costituzione italiana, e di conseguenza veniva sancita la nascita della ventesima Regione italiana, il Molise. Un momento atteso con trepidazione da tutti i molisani e festeggiato con grande gioia perché finalmente si riconosceva l’autonomia e l’identità territoriale della nostra Regione”: proseguono i sei inquilini di Palazzo Moffa.
“Ora, a distanza di quasi 52 anni da quella storica giornata, siamo chiamati di nuovo a difendere e tutelare quella stessa autonomia messa a rischio da quanto sta accadendo a livello nazionale; difatti l’approvazione al Senato dell’ordine del giorno presentato dal Sen. Ranucci, con il quale, testualmente, “si impegna il Governo a considerare l’opportunità di proporre anche attraverso una speciale procedura di revisione costituzionale la riduzione del numero delle Regioni”, lancia pesanti ombre sul futuro del Molise così come oggi lo conosciamo. Preoccupazione – proseguono i consiglieri regionali – acuita dal fatto che lo stesso Ranucci, insieme al Senatore Morassut, è il firmatario di una proposta di legge costituzionale sulla riduzione delle Regioni italiane dalle attuali 20 alle ipotizzate 12, la n. 1694 del 25 novembre 2014, assegnata alla Prima commissione “Affari costituzionali” del Senato”.
Iorio, Fusco, Micone, Cavaliere e Sabusco e Lattanzio hanno chiesto, così, la convocazione di una seduta monotematica del Consiglio regionale per discutere, “memore della prima storica convocazione del 30 giugno 1970”, e soprattutto mettere in campo ogni tipo di intervento propedeutico alla salvaguardia dell’identità regionale, per non disperdere tutto l’impegno, politico e non, profuso dai nostri padri fondatori.
“Non possiamo rimanere inermi di fronte al sacrificio di valori fondanti della società, come le origini, la tradizione, l’appartenenza territoriale, in favore di concetti come “nuova stagione del regionalismo”, “semplificazione dell’architettura regionale”, “snellimento”, termini tecnici che con un colpo di spugna vorrebbero cancellare anni di storia italiana, di rivendicazioni, di orgoglio regionale, senza tralasciare l’importante ruolo che le Regioni tutte hanno avuto anche nello sviluppo economico, sociale e culturale dell’Italia – scrivono i sei inquilini di Palazzo Moffa -. Dobbiamo ribadire con forza il nostro no ad un progetto di revisione che smembra il Molise, e con esso anche altre regioni, disegnando meri confini geografici che non tengono minimamente conto delle istanze delle varie realtà territoriali. Un disegno di legge, quello avanzato dai due Senatori, che prevedrebbe l’annessione della Provincia di Isernia alla Regione Adriatica e della Provincia di Campobasso alla Regione del Levante. Non si può ragionare unicamente in termini economici, senza tener conto delle ragioni di un popolo, dei suoi usi e costumi, del suo diritto a vedersi riconosciuti i servizi minimi ed essenziali e di essere unico artefice del proprio destino.
Compito dello Stato deve essere quello di stimolare, di sollecitare le Regioni ad operare con dovizia, con correttezza e all’interno dei parametri prestabiliti, ma la soluzione non può, e non deve essere, quella di cancellare le Regioni solo per tagliare i costi.
Il Molise – conclude la nota stampa – ha diritto di esistere e di rivendicare la propria autonomia territoriale e amministrativa, questo presupposto deve essere alla base di ogni nostra iniziativa atta a tutelare la nostra realtà e i bisogni dei cittadini, un’azione da realizzare di concerto e con il coinvolgimento di tutte le forze politiche, perché solo con una profonda unità di intenti può essere tutelato il bene comune”.