“È mio dovere – ha affermato il Presidente della Provincia di Campobasso, Rosario De Matteis, attraverso una nota stampa – come presidente dell’Amministrazione provinciale di Campobasso, spendere alcuni minuti per ricordare le vittime del sisma del Molise, le loro famiglie ed i retroscena che hanno caratterizzato la vita politico amministrativa della Regione Molise negli ultimi anni. Ricordo bene quei giorni anche se sono passati ben 12 anni. Come me, tutti i molisani non potranno mai più trascorrere senza un evidente trasporto emotivo, il 31 ottobre di ogni anno, giorno appunto della memoria per le 30 vittime. Tanti sono i rintocchi che riecheggeranno anche nel 2014, per gli angeli di San Giuliano di Puglia, la loro maestra e le due anziane, periti sotto le macerie della scuola, per assolvere, purtroppo, ai loro doveri. Una ferita che il Molise non potrà mai dimenticare, e che resta ancora aperta, essendo ancora evidenti le devastazioni per tanti Comuni delle province di Campobasso e Foggia. Ricordo ancora la scossa delle 11.33 di magnitudo 6.0, ricordo quelle successive, le altre del 2 novembre, come piano piano mi tornano in mente anche le polemiche, i processi, i funerali di Stato, la straordinaria risposta dei volontari di tutt’Italia, della Protezione civile e l’avvio della ricostruzione, lenta, a tappe, complessa. Il bilancio riportò 100 feriti e almeno 3000 sfollati in tutta l’area che prese il nome di cratere sismico, vale a dire: un molisano su 100. Da quel 31 ottobre, tutta la politica molisana fu sommersa da interrogativi, accuse e momenti di gogna mediatica, tanto che la tragica vicenda di San Giuliano di Puglia, con i suoi risvolti umani, mediatici e legislativi, è ricostruita in un’inchiesta di Caterina Stagno e Silvia Tortora per La Storia siamo noi (Rai Edu), dal programma Report di Rai 3 e da un libro dal titolo: “C’era una volta per sempre – una favola che non dovrebbe mai essere raccontata”, di Nadia Giannoni. In base ai dati che ho avuto modo di leggere, un migliaio di molisani è ancora sfollato, circa 300 vivono nelle casette di legno e quasi 500 hanno provveduto a sistemarsi in forma autonoma. I villaggi provvisori esistono ancora, come fanno ancora bella mostra di se le situazioni di emergenza con famiglie che vivono in affitto, lontani dalla speranza di averne una, di proprietà, che dia loro decoro, serenità e dignità. Purtroppo anche quest’anno decine di famiglie trascorreranno il Natale e l’ennesima nevicata dentro le casette. Ecco, come presidente della Provincia, sono rammaricato per questa situazione e mi auguro che il governo centrale dia le risorse utili per chiudere il processo legato alla ricostruzione ad una Regione che aspetta da troppo tempo un riconoscimento di vicinanza dello Stato in un momento drammatico. Vicinanza – conclude il presidente – che non si è vista nei termini e nelle modalità prospettate. Per questo motivo il 31 ottobre lo vivrò nel dolore insieme alle famiglie che hanno perso i bambini e nella speranza di una ricostruzione più concreta”.