Costituzione e PD, Petraroia: “L’involuzione della democrazia”

L’assessore regionale Michele Petraroia

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DAL CONSIGLIERE REGIONALE MICHELE PETRAROIA

Milioni di italiani, nell’ultima tornata elettorale, si sono affidati al Movimento 5 Stelle che non brilla per democrazia interna ed è gestito da un Direttorio che fa riferimento ad una società di comunicazione a cui spetta l’ultima parola sulle scelte da adottare, come ha sperimentato sulla propria pelle Virginia Raggi il neo – Sindaco della Capitale d’Italia.

Nell’altra metà del cielo i cittadini hanno dato il proprio consenso a partiti – aziende o a forze politiche xenofobe e populiste guidate da esponenti poco avvezzi alle pratiche democratiche.

Considerata l’alta percentuale di chi non ha votato per sfiducia verso le istituzioni, ne consegue un quadro non idilliaco sullo stato della democrazia nel nostro paese. Sarà per questo che le scelte del principale partito del centrosinistra italiano in materia costituzionale passano inosservate nell’opinione pubblica come se fosse normale espellere il dissenso interno, non riconoscere il pluralismo e negare il diritto a iscritti e dirigenti del PD di sostenere le ragioni del NO al Referendum.

In altra epoca storica ci sarebbero stati i moti di piazza su tale diniego, oggi viene considerata un’ovvietà l’omologazione del pensiero a sostegno del SI.

Voltaire diceva “NON CONDIVIDO LA TUA IDEA, MA DAREI LA VITA PERCHÉ TU LA POSSA ESPRIMERE”. Arretrare culturalmente al periodo antecedente l’Illuminismo ci conduce all’assolutismo di Luigi XIV “Lo Stato sono Io” e nelle società avanzate del Terzo Millennio è arduo spacciare per innovazione democratica un’involuzione che nega la libertà di pensiero sulla modifica di 47 articoli della Carta Costituzionale.

Colpisce il silenzio che è calato sulla bocciatura dell’ordine del giorno presentato da Gianni Cuperlo e Roberto Speranza il 4 luglio scorso alla Direzione Nazionale del PD su questo tema.

I due esponenti della minoranza congressuale del PD intendevano semplicemente salvaguardare la libertà di pensiero degli iscritti e dei dirigenti del partito schierati a salvaguardia della Costituzione sulle posizioni del NO. Il loro proponimento mirava a salvaguardare, in termini politici, la dignità di chi è parte del PD ma non condivide questa riforma costituzionale.

Il voto della Direzione Nazionale, al contrario, ha seppellito il pluralismo interno e ha messo tutti di fronte all’obbligo di scegliere tra il PD e la Costituzione. Io ho scelto la Costituzione!

Exit mobile version