Agli incontri hanno partecipato Dirigenti Nazionali e Regionali della Coldiretti e Rappresentanti delle Istituzioni della Regione Molise.
Nell’impianto della nuova PAC 2014/2020, sono state effettuate alcune scelte importanti come:
- Ricambio generazionale – Sono previste misure a favore dei giovani Imprenditori agricoli, con la maggiorazione del 25% degli aiuti diretti, per i primi 5 anni di attività, per le aziende condotte da under 40.
- Sostegno alle zone montane – L’azione è finalizzata alla tutela del territorio ed al mantenimento della vitalità dei contesti socio-economici più a rischio. Verrà sostenuta la spinta per un nuovo modello di sviluppo delle aree montane.
- Agricoltore attivo – Con l’ampliamento della “black list”, non riceveranno più contributi PAC le banche, le società finanziarie, assicurative ed immobiliari. Vengono definite le condizioni per la figura di agricoltore attivo: IAP, CD, titolare di partita IVA.
- Convergenza – Viene stabilito di considerare l’Italia come Regione Unica, con una progressiva unificazione del valore dei titoli per i sostegni PAC.
- Sostenibilità ambientale – Previsti incentivi a favore di sistemi produttivi maggiormente sostenibili e non impattanti per l’ambiente.
- Qualità degli alimenti – Forte attenzione alla qualità dei prodotti alimentari ed al benessere degli animali.
- Pagamenti diretti – Gli aiuti accoppiati vengono concentrati su settori più in difficoltà, con l’obiettivo di recuperare margini di efficienza e sostenere le produzioni “made in Italy”.
Per il Molise la nuova Politica Agricola Comune 2014/2020 rappresenta un contributo fondamentale alla centralità dell’impresa agricola nello sviluppo socioeconomico della regione, contribuendo al presidio agricolo delle aree svantaggiate e montane, condizione imprescindibile per la tutela ecosostenibile del territorio e difesa contro il degrado ed i disastri ambientali, nell’Alto come nel Basso Molise.
Per Coldiretti Molise risulta, quindi, gravissima la decisione della Commissione Ue di tagliare fondi, a livello comunitario, per quasi mezzo miliardo di euro dalla Politica Agricola Comune (PAC) per destinarli ad altri settori, poiché rappresenta uno schiaffo non solo alle imprese agricole, ma anche a quel 92 per cento degli italiani che, secondo Eurobarometro, considera la PAC un elemento “importante per il futuro”, capace di offrire benefici non solo agli agricoltori ma all’intera società.