Invece con il nuovo il decreto, pur essendo stata innalzata da uno a due milioni la soglia entro cui è possibile applicare il ribasso, ciò è consentito solo per le procedure ordinarie e non per quelle negoziate ed è sempre considerato dal codice come eccezione all’offerta economicamente più vantaggiosa che era e rimane la regola principale, con notevole aggravio di costi per le imprese dovuto agli oneri delle migliorie progettuali tra l’altro non sempre realizzabili, in quanto non tutti i lavori sono realmente suscettibili di migliorie tecniche.
“Siamo delusi dalle modifiche arrecate dal decreto correttivo – dichiara il Presidente dell’ACEM, Corrado Di Niro – anche perché è ancor più grave che sotto ad un milione di euro ove l’affidamento avvenga con procedure negoziate, ossia con trattativa privata, il criterio del ribasso sia stato escluso del tutto, con l’obbligo di ricorrere unicamente all’offerta più vantaggiosa; questo però danneggia assai le nostre imprese che concorrono alle gare di importi più piccoli oltre a non offrire sufficienti garanzie di imparzialità”.