Gli agricoltori del Sud si sono dati appuntamento quest’oggi a Scanzano Jonico, in provincia di Matera.
Una manifestazione che ha chiamato a raccolta migliaia di agricoltori, dal Molise, dalla Puglia, dalla stessa Basilicata, Calabria e Sicilia. Le bandiere della Cia agricoltori italiani hanno sventolato forte il disappunto con un unico slogan “Gli agricoltori dicono basta ai costi di produzione alle stelle, prezzi dei prodotti agricoli in ribasso, danni da fauna selvatica per miliardi”.
Con la crisi bellica le aziende sono in ginocchio, schiacciate dalle conseguenze dirette e indirette della stessa crisi. I prezzi di energia, del carburante e quello dei fertilizzanti sono triplicati, così anche quelli delle sementi; gli allevatori non riescono più a reggere la pressione dei costi, tanto da decidere su eventuali chiusure delle stalle. A tutto questo si aggiunge anche l’emergenza della fauna selvatica fuori controllo denunciata da anni.
“L’Italia deve puntare all’incremento delle semine – spiega il presidente Cia Agricoltori italiani, Dino Scanavino – e l’Europa deve eliminare il divieto alla coltivazione dei terreni a riposo. Solo così – continua il presidente Scanavino – avremo una produzione nazionale più sostenuta di mais e soia. Ma le misure devono essere accompagnate da sostegni economici adeguati da parte del Governo nazionale ad assicurare il reddito degli agricoltori”.
Cia Agricoltori italiani, sia a livello nazionale che territoriale, da mesi sta evidenziando le forti e preoccupanti difficoltà economiche delle aziende agricole. E ancora una volta Cia Molise tramite il suo direttore, Donato Campolieti, chiede con forza “Interventi specifici sui comparti direttamente colpiti dalla crisi bellica. I settori – dichiara Campolieti – cerealicolo e zootecnico, stanno subendo la peggiore scure mai inferta prima. Chiediamo con tempestività incentivi alla semina del mais, unico modo per tutelare un prodotto indispensabile per la filiera alimentare degli allevamenti”.
La manifestazione pacifica, di oggi, alla quale hanno partecipato le imprese agricole, gli imprenditori e i lavoratori del comparto primario è sintomatica di una realtà drammatica che le regioni del Sud stanno vivendo.
“Le risposte ai problemi che stanno ammazzando l’agricoltura e l’allevamento tardano ad arrivare. Il Sud – conclude Campolieti – ha la maggiore concentrazione di terreni agricoli: oltre 1 milione di ettaro per regione. Sono oltre 75 mila le aziende del Mezzogiorno che producono olio, vino, cereali e ortofrutta, oltre il settore lattiero-caseario e florovivaistico. Bisogna intervenire subito per tamponare le perdite già subite. Le aziende stanno lavorando in perdita e non possiamo permetterlo”.