La Corte Costituzionale ha sanzionato i timidi tentativi del Consiglio Regionale del Molise tesi a tutelare per legge, i diritti dei cittadini ad a fruire dei Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria. A scriverlo, in una nota stampa, il consigliere regionale Michele Petraroia.
In punta di massimario giurisprudenziale, gli stessi Magistrati, che hanno fermato il Referendum sul ripristino dell’art.18 sulla giusta causa di licenziamento proposto dalla CGIL e sottoscritto da 3 milioni di lavoratori, hanno stabilito che l’equilibrio dei conti pubblici nazionali viene prima del diritto a cure sanitarie adeguate nei territori sottoposti a commissariamento. Prima il portafogli e poi la salute, questo è l’epitaffio scolpito in sentenze che danno carta bianca al Ministero dell’Economia e al Commissario ad Acta pro-tempore che risponde del proprio operato al Consiglio dei Ministri e non al Molise e ai Molisani.
Una concezione della democrazia fondata sul Pareggio del Bilancio dello Stato – il consigliere regionale Michele Petraroia – lascia 11 milioni di italiani senza risposta in termini di cure mediche, accertamenti clinici, esami diagnostici, acquisto di farmaci, ricoveri ospedalieri, tac, risonanze, pet, ecografie o radiografie. Se questa è la situazione generale, ciò che accade nelle regioni commissariate è ovviamente più preoccupante, i tagli ai servizi sono più accentuati, le liste d’attesa sono più lunghe e il blocco del turn over ha svuotato gli ospedali fino a rendere improbe anche le più elementari turnazioni nelle diverse Unità Operative.
In Molise i tavoli tecnici nazionali hanno istruito già dal 30 marzo 2007 i primi verbali sulle misure di riordino sanitario e a ridosso della scadenza decennale persiste una coltre di nebbia che rende arduo avere punti di certezza sull’effettiva evoluzione del confronto tra Governo e Commissario ad Acta.
Nel corso del tempo si sono prodotte decine di simulazioni di piani, programmi, schede e progetti, ma ad oggi non c’è alcun riferimento ufficiale conclusivo sull’organizzazione del sistema sanitario regionale. In un simile contesto di precarietà complessiva, e di pericoloso arretramento delle strutture sanitarie pubbliche è un errore indebolire ulteriormente il Cardarelli con scelte che ne accentuano la fragilità operativa.
Non si può confondere l’offerta specialistica aggiuntiva di strutture convenzionate con l’obbligo del sistema sanitario pubblico di organizzarsi efficacemente nelle principali discipline e per le patologie più ricorrenti.
Una sanità pubblica – il consigliere regionale Michele Petraroia – deve essere messa in condizione di garantire una risposta generale di tutela della salute dei cittadini in modo autonomo. Altro è la struttura specializzata convenzionata a cui il paziente può decidere di rivolgersi in termini aggiuntivi e non sostitutivi e men che meno alternativi del sistema pubblico. In una situazione fluida, incerta e precaria in cui non si hanno punti fermi sull’esito dei tavoli tecnici nazionali sul Molise, è un errore chiudere Neurochirurgia al ‘Cardarelli’.
Privare il paziente che in caso di urgenza potrebbe avere necessità di aiuto in una patologia dove il tempo è una variabile decisiva per intervenire, è un errore sia tecnico che politico.