Delle conseguenze relative alle ricadute di tale sentenza, si è discusso in un’affollata assemblea tenuta a Campobasso venerdì 19 dicembre. In essa è intervenuto il segretario regionale Giuseppe La Fratta che ha posto l’accento sull’importanza politica di tale pronunciamento, sulle conseguenze per i precari e sugli scenari nuovi che si aprono. Lo ricordiamo: gli accordi europei che regolano la materia impongono agli Stati di indicare le ragioni oggettive che determinano la reiterazione dei contratti a termine, ponendo anche un limite temporale di 36 mesi. Il MIUR, invece, ha sempre fatto ricorso a contratti a tempo determinato pur essendoci posti disponibili sui quali fare le immissioni in ruolo.
In Molise la Flc Cgil ha presentato oltre 200 ricorsi. I giudici di Larino e di Isernia avevano rinviato la decisione, in attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia, mentre i ricorsi presentati a Campobasso erano calendarizzati presso la Corte d’Appello. Si aprono, con questa sentenza, spiragli importanti per trasformare i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato per un numero significativo di docenti e di ATA che lavorano da anni nelle scuole molisane.
Durante l’incontro, l’avv. Mario Mariano e la responsabile regionale dell’ufficio vertenze, avv. Natascia Maselli, hanno esposto le motivazioni giuridiche della sentenza della Corte di Giustizia europea ed hanno evidenziato i requisiti necessari per poter proseguire nell’azione legale e per far valere i diritti del personale precario nella richiesta di stabilizzazione.
Al dibattito, nel quale si sono poste varie domande e diverse questioni attinenti situazioni anche personali, le risposte del legale della FLC CGIL Molise e del segretario regionale hanno evidenziato la necessità di proseguire nella vertenza per ottenere il riconoscimento dei diritti ormai sanciti a livello europeo.
L’incontro si è concluso con l’impegno da parte della Flc Cgil Molise di proseguire nell’azione legale per chiedere la stabilizzazione di tutti coloro che hanno i requisiti richiamati dalla sentenza della Corte di Giustizia e per il riconoscimento del risarcimento del danno.