Centro antiviolenza e Casa rifugio per le donne, cresce l’interesse attorno al progetto

Ha suscitato interesse e consensi il progetto di creare in Molise un “Centro antiviolenza e una Casa rifugio per l’assistenza a donne, sole o con figli minori, vittime di violenza”. Un’idea apprezzata, che sta trovando concretizzazione attraverso uno specifico bando curato dalla Direzione generale per la Salute. L’interesse primario degli enti e delle istituzioni coinvolti non può che essere, ovviamente, quello di creare un servizio il più possibile rispondente alle reali esigenze delle donne venute a trovarsi in difficoltà a seguito dei maltrattamenti ricevuti in ambito familiare e non. Per tali ragioni, proprio per rendere il bando maggiormente calzante alla realtà del territorio, si è ritenuto di dover modificare ed integrare il precedente atto, promuovendo una  più ampia partecipazione all’Avviso Pubblico, attraverso la modifica del punto 6 ove era stabilito che le Associazioni e le Organizzazioni “dovessero avere sede legale in Molise”, prevedendo che potessero concorrere “anche quelle con una sede operativa in regione”.

Al riguardo è bene precisare che, ai sensi dell’Intesa Stato Regioni del 27 novembre 2014, n. 146/CU, che detta i requisiti per la gestione e l’organizzazione dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, gli stessi possono essere gestiti da: enti locali in forma singola o associata; associazioni e organizzazioni operanti nel settore del sostegno e dell’aiuto alle donne vittime di violenza che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza contro le donne, che utilizzino una metodologia di accoglienza basata sulla relazione tra donne, con personale specificatamente formato sulla violenza di genere; soggetti di cui alle lettere a) e b), di concerto, d’intesa o in forma consorziata.

Le associazioni e le organizzazioni debbono essere iscritte agli Albi/Registri regionali del Volontariato, della Promozione o della Cooperazione sociale o iscritta ai Registri regionali delle Onlus presso l’Agenzia delle Entrate ovvero ad Albi regionali appositamente istituiti. Avere nel loro Statuto i temi del contrasto alla violenza di genere, del sostegno, della protezione e dell’assistenza delle donne vittime di violenza e dei loro figli quali finalità esclusive o prioritarie, coerentemente con quanto indicato con gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, ovvero dimostrare una consolidata e comprovata esperienza almeno quinquennale nell’impegno contro la violenza alle donne.

Soddisfatta la prima firmataria della l.r. 15/2013 “Misure in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere”, Nunzia Lattanzio. La presidente della IV Commissione consiliare, da sempre impegnata nella tutela dei soggetti deboli (in particolare di donne e bambini) ha dichiarato: “Pur essendo stato registrato un ritardo grave nell’applicazione della misura legislativa de quo, resto fiduciosa nella consapevolezza che presto anche il nostro territorio, ricco di figure professionali sensibili alla materia, saprà muoversi adeguatamente e con competenza”.

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