L’importanza dell’iniziativa sta nel dare la possibilità a quante più persone possibili di sapere se sono affette da patologie cardiache o se sono a rischio, in modo da poter intervenire preventivamente ed evitare rischi più gravi. Fino ad oggi, grazie a questo progetto a circa il 20% dei partecipanti è stato consigliato di effettuare ulteriori controlli, di concerto con il proprio medico di famiglia. Probabilmente saranno diagnosticate anomalie a livello cardiovascolare che non sapevano di avere, e che hanno “scoperto” partecipando a questi incontri.
Secondo uno studio dell’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare condotto, qualche anno fa, dall’Istituto superiore di Sanità, le malattie cardiache e l’ipertensione arteriosa, nella fascia di età tra 35 e 75 anni, colpiscono in Italia il 51 per cento degli uomini e il 37 per cento delle donne. Se poi si va a prendere in esame i dati dell’Ufficio di statistica dell’Iss sulla mortalità per malattie cardiovascolari, si rileva che queste rappresentano circa il 40 per cento di tutte le morti.
Purtroppo, come rilevato da recenti studi, solo il 43% degli italiani con più di 30 anni si occupa di questioni legate alla propria salute e solo in presenza di un sintomo o di un dolore. Si tratta di quasi un adulto su due che non fa alcuna attività di prevenzione medica ma si sottopone a visite ed esami solo quando è il proprio corpo a lanciare specifici messaggi di aiuto. La percentuale sale al 63% nella fascia 30-35 anni, quando si è nel pieno delle proprie forze ed è quindi percepita come minore la necessità di fare visite preventive. Poca attenzione però anche tra gli over 55, dove solo il 48% dichiara di fare controlli una volta l’anno.
Questo progetto vuole, dunque, incentivare la popolazione a prendersi cura della propria salute, attraverso la prevenzione. Un’iniziativa che rientra nel vasto programma di attività sociali promosse dalla Fondazione a favore soprattutto dei soggetti più deboli, che a volte hanno difficoltà anche ad effettuare semplici esami diagnostici.
Gli specialisti informeranno la popolazione anche sulle strategie da adottare per favorire stili di vita salutari ed evitare i più comuni “fattori di rischio”. Un dialogo attento e corretto tra il sistema sanitario e la persona attraverso il quale si possa trasmettere non solo informazione ma anche cultura.