I Carabinieri Forestali di Termoli, insieme ad alcuni rappresentanti dell’associazione Ambiente Basso Molise hanno liberato un esemplare di Fratino che era rimasto incastrato in prossimità della foce del fiume Biferno, nel territorio del Comune di Campomarino.
L’esemplare in difficoltà, con una lenza da pesca che fuoriusciva dal becco, è stato ritrovato il 22 novembre scorso da soci dall’associazione, in prima linea nella difesa di questa specie, e consegnato ai militari che hanno provveduto prontamente, attraverso una staffetta con i Carabinieri forestali di Vasto, al trasporto presso il Centro Recupero Fauna Selvatica dell’Arma di Pescara.
Qui l’animale è stato sottoposto a visita medico veterinaria, con la quale è stata accertata la presenza di un amo da pesca infisso nelle pareti dell’esofago, immediatamente asportato dai sanitari.
La speditezza delle procedure di soccorso e di cura hanno consentito all’animale di recuperare velocemente il proprio stato di salute e, quindi, ai sanitari di valutare favorevolmente la possibilità del rilascio in natura dell’esemplare a soli due giorni dall’accaduto.
Il Fratino è una specie che è considerata in moderato ma continuo declino. Si ritiene che la popolazione sia diminuita di almeno il 50% negli ultimi 10 anni e proprio per questo è giuridicamente tutelata da Convenzioni internazionali (Convenzione di Berna e Convenzione di Bonn), da norme comunitarie (Direttiva CEE n. 79/409) e nazionali (legge 157/1992).
In base all’ultimo rapporto ISPRA 2015, risultano nidificanti in Italia solo 1500-1850 coppie, distribuite in maniera discontinua lungo le coste sabbiose della penisola e delle isole maggiori con qualche coppia che si insedia anche nelle zone umide interne della Pianura Padana.
Esso è uno tra i più piccoli trampolieri nidificanti sulle spiagge italiane ed è considerato un buon indicatore ambientale, in quanto la sua presenza fornisce utili informazioni sullo stato di naturalità ottimale dell’ecosistema marino-costiero.
Le principali minacce alla conservazione della specie riguardano il degrado e/o la scomparsa degli habitat costieri della fascia dunale a causa dell’abusivismo edilizio e dell’erosione delle coste nonché il disturbo antropico legato alla frequentazione massiva delle spiagge.