Walter Brandoni è il nuovo coordinatore della scuola calcio della Chaminade Campobasso. Il prof argentino ha trovato l’intesa col duo Scarnata-Di Cuia ed entra a far parte del club del capoluogo di regione, occupandosi dei giovani tesserati.
Brandoni, ex preparatore atletico del Campobasso in Lega Pro, dell’Atletico Trivento e del Bojano in serie D e della Turris in Eccellenza, curerà tutte attività del settore giovanile della Chaminade, dai primi calci all’Under 18.
Brandoni rientra nel progetto della Chaminade, che da quest’anno per tutte le attività, dalla prima squadra ai più piccoli, si avvarrà delle collaborazioni di una psicologa e di una nutrizionista.
“Ho accettato la proposta della Chaminade Campobasso – le prime parole di Walter Brandoni – senza pensarci nemmeno un minuto. Mi ha subito convinto il progetto che mi è stato prospettato dal direttore generale Domenico Scarnata e dal responsabile dell’area tecnica Massimiliano Di Cuia, che puntano a creare un polo importante per quel che riguarda il calcio a 11 e il futsal a Campobasso. La Chaminade Campobasso disputa il campionato di serie B e l’obiettivo è quello di formare all’interno i futuri giocatori che faranno parte della prima squadra, oltre che dar loro l’opportunità di crescere con noi e, magari, fare il salto di qualità ai massimi livelli della disciplina. Ciò significa crescere i nostri ragazzi con una metodologia, identica per tutta la scuola calcio, a mo’ di cantera, che non lasci nulla al caso: dalla preparazione atletica, alla tecnica, alla tattica, per arrivare al corretto stile di vita che deve contraddistinguere un atleta. Sono tutti concetti che bisogna inculcare sin da bambini, per provare a creare gli atleti professionisti del domani. Un punto importante, comunque, sarà il metodo di lavoro e la mentalità, che dovranno essere il filo conduttore di tutte le categorie”.
“Uno degli obiettivi più ambiziosi – spiega Brandoni – è quello di creare un settore prima della scuola calcio, aperto ai più piccoli, già dai tre anni, bambini con i quali iniziare a lavorare dal punto di vista della psico-motricità, in modo da iniziare a dar loro delle cognizioni, che porteranno con sé per tutta la vita e utili ai tecnici della scuola calcio, che troveranno bambini e ragazzi già pronti per lavorare e abituati al campo”.