Nella Sala della Comunità frentana, si sono confrontati diversi ed autorevoli relatori, introdotti dai saluti del presidente del CSV Molise, Bianca Maria Fuso Biondi, del Presidente del Rotary Club di Larino, Paolo Sia e del sindaco di Larino, Vincenzo Notarangelo.
Nel primo intervento, il Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Molise Nicola Malorni, ha inquadrato il fenomeno del bullismo in un’ottica multidisciplinare, come l’insieme dei comportamenti aggressivi messi in atto da minorenni, rispondenti alle tre caratteristiche dell’intenzionalità, della persistenza nel tempo e del disequilibrio di potere. Fondamentalmente, ha spiegato il dottor Malorni, condotte proattive, non provocate da azioni specifiche delle vittime, che delineano lo stato di malessere del “bullo”, spesso vittima di complessi individuali e familiari, causa di disturbi primitivi nelle relazioni sociali. Tanto è vero che alle spalle di questi comportamenti, spesso esistono situazioni di disagio familiare, in cui si sviluppano trascuratezza nei confronti dei minori, violenze e conflittualità.
Un fenomeno, dunque, complesso, sul quale la Polizia di Stato da tempo ha avviato tutta una serie di iniziative tese non solo alla repressione delle condotte illegali, quanto piuttosto alla loro prevenzione, attraverso incontri periodici e costanti soprattutto nelle scuole, così come raccontato dal dottor Raffaele Iasi, Dirigente della Squadra Mobile di Campobasso, nel suo intervento centrato sul bullismo e la legalità.
Pericoli reali e non virtuali, ha aggiunto il dottor Antonello Fratamico, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni del Molise, il quale ha illustrato i pericoli cui vanno incontro, non solo i più giovani, nelle cosiddette piazze virtuali della rete: social network, chat, sms, file sharing, dove si annidano, spesso in maniera subdola, rischi legati non solo al cosiddetto bullismo informatico, ma anche alla pedopornografia e all’adescamento di minori. Anche in questo caso, la Polizia ha raccomandato la massima cautela nel condividere sulle piattaforme informatiche dati personali di cui, una volta caricati sul web, si perde la proprietà e la tutela legale fornita dalla legislazione italiana, che possono essere, e spesso sono, utilizzati in maniera ricattatoria.
Non si vuole demonizzare l’uso di internet in una società sempre più interattiva ed interconnessa – la conclusione del convegno – ma è essenziale mettere in guardia i minori e gli adulti, consigliando loro di segnalare senza indugio qualsiasi episodio alle forze di Polizia.