“Da questa settimana si avvia il confronto sulla sanità, con il coinvolgimento delle forze sociali, degli amministratori locali, dei cittadini organizzati o meno in comitati e movimenti, degli attori delle politiche sanitarie. Certo – fa notare con una certa amarezza Tecla Boccardo, leader della UIL molisana – che se ne avvertiva la necessità, dopo che da tempo il sindacato aveva messo questo tema al centro delle attenzioni e delle dinamiche sociali del nostro territorio. I politici, finalmente, hanno capito che è necessario un confronto con tutte le parti social, attraverso un percorso ponendo il metodo della partecipazione quale strumento per affrontare un tema complesso e articolato, che coinvolge gli interessi di tanti e i diritti di ognuno. Per restare in tema: dopo la prognosi e la diagnosi, che sono note ai più, avremmo potuto confrontare le diverse ipotesi di cura (rifuggendo dai particolarismi, dalla difesa ad ogni costo dell’esistente, dai velleitarismi del “solo pubblico” o dei paladini del “mercato che si autoregola”) e magari scegliere una strada credibile, presentabile anche a Roma, condivisa, per l’appunto.”
“Si è agito diversamente: si è girata la testa dall’altra parte quando i cittadini protestavano. Si è andati al confronto con il livello nazionale senza un’idea forte di quale sanità il Molise immagina per il proprio futuro – questa l’accusa di Boccardo – Il risultato è una programmazione sanitaria per la cui stesura ci si è fatti guidare la mano da “ragionieri” che hanno pensato solo a far quadrare i conti, piuttosto che preoccuparsi di garantire i bisogni di salute. Un piano sanitario che, per come concepito per le carenze strutturali dell’impianto generale della riorganizzazione, alla UIL non piace…. e abbiamo notato di essere in compagnia di molti”.
“I consigli di qualche senatore, il ricomporsi di equilibri nella maggioranza, la misura di buona parte dell’opposizione, la cautela del consiglio regionale (ma forse anche la stanchezza per le lotte praticate e annunciate da parte di molti soggetti) hanno fatto sì che il confronto si avviasse.” E qui l’annuncio: “Come UIL ci saremo, anche questa volta, con contestazioni argomentate e proposte, gran parte delle quali confrontate e convenute con la base, con le esigenze sociali e con gli altri sindacati, già presentate agli amministratori regionali e rese note all’opinione pubblica”.
La Boccardo elenca.“Purché il confronto porti ad un nuovo modello di riorganizzazione strutturale, finalizzato a garantire un sistema di qualità moderno e sostenibile di tutela della salute che possa adeguatamente rispondere ai bisogni della popolazione molisana e non l’asfittico esercizio di ‘taglia un po’ di qui’, ‘sposta qualcosina di là’ partendo da quanto già elaborato e pronto all’uso purché lo si voglia. Purché non si tratti di un confronto indistinto. Voglio essere chiara: tutti sono abilitati a dire la propria e sostenere le proprie ragioni. Certo gli Amministratori locali sapranno rappresentare i bisogni e le istanze delle comunità che li hanno eletti. Anche i comitati, spontanei o “spintanei” che siano, faranno presente questa o quella specificità e particolarità, di cui si dovrà pur tenere conto. Anche i politici hanno già avuto modo e proseguiranno nelle analisi e nelle proposte, magari taluno cogliendo l’occasione per caratterizzarsi rispetto al partito o al gruppo consigliare (certamente per fini nobilissimi…) e qualcun altro sperando che questa battaglia in nome della sanità gli possa offrire un qualche spazio di visibilità che da qualche tempo gli mancava. Poi ci sono le forze sociali, che sono la vera ossatura di una collettività, capaci come sono di rappresentare istanze specifiche del mondo del lavoro autonomo, della cooperazione, dei datori di lavoro, dei lavoratori dipendenti ancora in servizio e di quelli che sono oramai in pensione. Il Sindacato, per l’appunto, che non deve essere chiamato solo quando ci sono problemi da risolvere, disastri a cui provare a rimediare, ma che deve essere coinvolto quando è in gioco l’impostazione stessa delle strategie, per la sua capacità di organizzare gli operatori della salute ma anche di rappresentare le istanze di chi del loro lavoro fruisce”.
Boccardo è molto chiara: “Le forze sociali, e il sindacato fra esse, saranno anche sulla sanità le protagoniste del confronto avviato. Per l’alto valore della loro rappresentatività, per l’ampio consenso che raccolgono e organizzano, per la loro capacità di trovare sempre una sintesi fra interessi diversi (nei contratti, sui luoghi di lavoro, nei tanti tavoli aperti sulle diverse questioni). Il Sindacato, certamente il nostro Sindacato, porta al tavolo del confronto sulla sanità non solo le critiche e le proposte, ma anche un metodo: saper ricomporre i particolari, saper trovare una sintesi fra i differenziati legittimi interessi, saper coniugare le aspettative di ognuno con i diritti di tutti. Saper pensare in grande (anche quando è in questione l’esistenza stessa del nostro piccolo Molise)”.