Dopo mesi e mesi di attesa, migliaia di operatori che hanno prestato servizio ai tempi della pandemia riceveranno il giusto e meritato compenso. Insomma, agli applausi e alla gratitudine di tutto il Paese e dei cittadini, segue anche qualcosa di concreto.
Così la segretaria generale della UIL, Tecla Boccardo che ha riferito: “Il confronto che ha visto i sindacati pungolare le varie parti coinvolte, non è stato semplice, ma alla fine il via libera del ministero dell’Economia è arrivato sulla pre-intesa sottoscritta a giugno. Dunque, resta soltanto l’approvazione in Consiglio dei ministri per rendere a quasi 550.000 lavoratrici e lavoratori aumenti tabellari, indennità per le varie figure professionali, fondi per i nuovi ordinamenti e il salario accessorio che messi insieme portano a una rivalutazione dei salari del 7,22%.”
“Un grande obiettivo raggiunto, aggiunge la leader UIL, è l’indennità di specificità infermieristica, pensata per riconoscere il ruolo svolto dagli infermieri in tempo di pandemia che prevede un aumento stabile in busta paga che va dai 62,81 euro ai 72,79 euro, a decorrere dal 1° gennaio 2021, e che aggiunta agli aumenti del tabellare alimenta anche la mole degli arretrati una tantum, che potrebbero arrivare a dicembre”.
“Ma se su base nazionale siamo comunque soddisfatti di questo epilogo, la stessa cosa non possiamo esprimerla per quanto accade in regione. Ribadiamo ancora e con fermezza che servono nuove assunzioni di medici e infermieri, stabilizzando innanzitutto i precari Covid. Siamo sempre più convinti che sia urgente eliminare il commissariamento della sanità, un fallimento costosissimo che dura da 14 anni e che nessun risultato ha prodotto.
O meglio, qualcosa lo lascia: debiti e tagli ai servizi ai LEA – e di conseguenza ai LEP – con danni a cittadini e imprese che conseguentemente sono costretti a pagare le tasse più alte d’Italia, senza ricevere servizi.
La sanità pubblica locale, conclude Boccardo, va riorganizzata e adeguatamente e intelligentemente integrata con il privato accreditato per offrire servizi di qualità attraverso un nuovo modello sanitario regionale, non al servizio della politica ma della collettività”.