Il Segretario Generale della UILTuCS Molise, Pasquale Guarracino, si interroga nuovamente sul destino dei lavoratori operanti presso la Biblioteca Albino di Campobasso e rivolge chiare domande all’amministrazione coinvolta.
Ripercorriamo i fatti: prima le due cooperative Copat ed Altrimedia, che svolgevano i servizi all’interno della Biblioteca, sono state cacciate e quindici persone, nonostante anni di sacrifici, hanno perso il lavoro in favore di alcuni dipendenti della Provincia di Campobasso, senza poter evitare in ogni caso, la chiusura della Biblioteca stessa, a causa delle incertezze della classe politica.
Successivamente il Presidente Frattura annunciava che al Ministero era stata trovata un’intesa e sia il Presidente che il Delegato alla cultura a grande voce proclamavano la salvezza della biblioteca. Sono mesi, ormai, che la popolazione attende la riapertura della Albino, ma ciò non è mai avvenuto e la struttura, ancora oggi, resta chiusa al pubblico. Eppure Frattura, l’Assessore al lavoro che non c’è, e il delegato alla cultura Ioffredi annunciavano la sua riapertura tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio.
Ad oggi lunedì 2 gennaio, la famosa Biblioteca Albino, a cui siamo tutti molto legati e affezionati, di immenso valore storico e culturale, continua ad essere chiusa e quei lavoratori delle cooperative che sono stati cacciati non hanno né stipendio, né percepiscono alcuna indennità.
“Ma oggi mi chiedo – ribadisce Pasquale Guarracino – con chi parliamo di questo annoso problema? con l’Assessore al lavoro? Non c’è. Con il delegato alla cultura? Non c’è più, si è dimesso anche lui, non esiste neanche questo. Allora, come si dice in questi casi, bisogna parlare con sua Santità? Anche a lui, che più di anno fa parlava a Campobasso di dignità sul lavoro, tutti voi politici facevate sì con la testa, senza essere poi consequenziali. Oggi mi domando: dove è finita la dignità sul lavoro? E nelle nostre vertenze, soprattutto le vertenze come queste, con chi parliamo, non avendo Assessore al Lavoro, e non avendo più il delegato alla cultura? Con il muro? Intanto i lavoratori aspettano, ormai da anni, risposte”, conclude Guarracino.