Attuare il Piano di rientro dei disavanzi sanitari, scongiurare nuovi tagli o chiusure di reparti e garantire il mantenimento di tutti i servizi sanitari esistenti. È quanto richiesto dall’onorevole Annaelsa Tartaglione in una interrogazione parlamentare presentata oggi al ministro della Salute Roberto Speranza.
L’esponente di Forza Italiana pone l’accento sulle gravi ripercussioni in Molise delle politiche degli ultimi anni in materia sanitaria, citando nello specifico l’ultimo, emblematico caso: “Il recente provvedimento – si legge nel testo depositato alla Camera – dell’Azienda sanitaria regionale, risalente allo scorso 8 agosto, dispone il trasferimento degli interventi complessi di Senologia, garantiti fino al mese di luglio all’interno dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Veneziale di Isernia, alla Breast Unit del Cardarelli di Campobasso, ridimensionando, di fatto, un servizio essenziale per la sopravvivenza del presidio isernino, nonostante le rassicurazioni ricevute nei mesi scorsi da parte dei vertici Asrem e dei commissari alla Sanità”.
“Ciò poi andrebbe ulteriormente a compromettere – aggiunge l’onorevole Tartaglione – il già delicato equilibrio del sistema sanitario locale minando la qualità delle prestazioni rese da un servizio ritenuto d’eccellenza. I dati degli ultimi anni infatti, con una media di oltre cento tumori della mammella operati annualmente presso il presidio pentro, che superano di oltre la metà quelli operati invece presso il presidio del capoluogo di regione, dimostrano come questo servizio sanitario pubblico debba ritenersi essenziale e quanto il suo stravolgimento sia da evitare ad ogni costo”.
La parlamentare azzurra ricorda l’impegno messo in campo in tal senso dal governatore Donato Toma e dalla sua maggioranza e la mozione presentata sul tema dalla consigliera Filomena Calenda, approvata nei giorni scorsi all’unanimità a Palazzo D’Aimmo.
“La salute – conclude la parlamentare – si difende soprattutto tutelando la qualità e non solo i freddi numeri e i diritti delle donne molisane sono uguali a quelli delle donne del resto d’Italia”.