Prudenza e cautela, soprattutto per chi ha pensato di poter dire addio al mantenimento dell’ex o medita di riportare in tribunale il coniuge.
L’invito arriva da Romeo Trotta, presidente dell’AIAF Molise (Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori), all’indomani della pronuncia della Cassazione in merito all’assegno divorzile, riparametrato rispetto al criterio del tenore di vita.
Sul cosa accadrà adesso, infatti, il legale Trotta resta cauto. “Il principio è nuovo – afferma l’avvocato campobassano – ma non si abolisce l’assegno divorzile, a cambiare è il criterio di valutazione e interessa il tenore di vita, che era parametro obsoleto. Ora si guarderà alla persona: il coniuge ha i mezzi adeguati per vivere o ha cercato di mettere a frutto i propri talenti dandosi da fare? In tale caso allora l’assegno non sarà dovuto. Perché l’assegno non è da intendersi come rendita vitalizia, ma è un contributo economico per chi non è autosufficente. Molti coniugi, però, hanno interpretato la sentenza come panacea di tutti i mali, ma ogni va visto nel suo specifico. Molti hanno interpretato la sentenza come una legge, ma non lo è”.
“La giurisprudenza – conclude Trotta – non è consolidata: si tratta di una prima pronuncia e potrebbero seguirne altre opposte, il che rinvierebbe la questione alla Cassazione a Sezioni Unite”.