Nella nota inoltrata alle Autorità l’API e l’ACEM, dopo aver precisato che esse non sono contrarie alla realizzazione dei lavori, ritenuti sicuramente necessari ed utili per dare una boccata d’ossigeno all’edilizia, hanno tuttavia espresso forte apprensione per le gravi ripercussioni e per gli ingenti danni che la chiusura al traffico di detto tratto di strada arrecherà alle attività produttive, facendo notare che in tale area sono operative varie aziende di fornitori e produttori di materiali, lapidei, calcestruzzo, conglomerato bituminoso, le quali saranno costrette a ribaltare i maggiori costi subiti a causa dell’allungamento del tragitto incrementando i prezzi praticati sul mercato, con enormi contraccolpi sulle imprese che ivi si riforniscono, già gravemente vessate dalla forte recessione.
Inoltre, nell’area PIP circostante vi sono anche aziende di altri settori che risentirebbero parimenti del grave disagio e della lievitazione dei costi anche dei loro fornitori, con le conseguenze sul mercato sopra lamentate. L’Api e l’Acem hanno perciò richiesto di scongiurare quanto evidenziato, trovando soluzioni alternative circa la viabilità dell’area ed augurandosi che le stesse siano condivise e concordate anche con le due Associazioni.