A tal proposito, giova ricordare – prosegue il comunicato stampa – che la cornice di riferimento alla sperimentazione è rappresentato dalle norme attuative del Jobs Act, in particolare dal D. Lgs. 81/15 e dal D. Lgs. 150/15, che modificano profondamente il paradigma di riferimento riguardo allo status del giovane in apprendistato: non più studente in formazione ma lavoratore a tutti gli effetti, titolare di un vero e proprio contratto individuale di lavoro. Un lavoratore che fin dai 15 anni, ha l’obbligo di effettuare il normale orario di lavoro previsto dal CCNL di settore, costituito dalla formazione interna (in azienda), formazione esterna (presso l’ente di formazione) e dalle ore di lavoro vero e proprio.
Pur in assenza di indicazioni credibili e certificabili sulle capacità formative delle imprese, si accordano in ogni caso forti incentivi ai datori di lavoro:
- non trova applicazione il contributo di licenziamento di cui all’articolo 2, commi 31 e 32, della legge n. 92 del 2012;
- riduzione dal 10 al 5% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali;
- sgravio totale dei contributi a carico del datore di lavoro.
Inoltre per le ore di formazione interna (in azienda) all’apprendista è riconosciuta una retribuzione pari al 10 per cento di quella che gli sarebbe dovuta.
Come abbiamo denunziato ripetutamente, le scelte del governo produrranno l’abbassamento dei livelli di istruzione proprio per quella fascia di giovani più debole per condizione familiare, economica e culturale.
Al di là della propaganda, nazionale e regionale, le tipologie di procedure e di finanziamenti, fanno intendere chiaramente che non si tratta di un intervento di sistema, ma di azioni legate alla necessità di reperire risorse da allocare in un settore che presenta situazioni di sofferenza occupazionale ed economica ormai endemiche. Tutto ciò escludendo completamente il Ministero dell’istruzione dalla gestione di questi percorsi.
L’alternanza scuola – lavoro, lo ricordiamo, è un’altra cosa: formazione e lavoro. Il sistema dell’IeFP, se non corretto valorizzando i momenti formativi, sarà l’ennesimo modo di abbattere i costi e di mettere a disposizione delle imprese, manodopera praticamente gratuita.