Ultima opportunità, prima della pausa estiva, per i tanti appassionati del teatro popolare di assistere alla commedia che ha registrato fino ad oggi uno straordinario successo nelle quattro rappresentazioni precedenti che hanno visto sempre il pienone.
La Nuova Compagnia teatrale del dopolavoro ferroviario “Terza Classe” in solo tre anni di vita è diventata una splendida realtà non solo per le tre commedie messe in scena fino ad oggi che hanno sempre registrato successo di pubblico e di critica, ma anche e principalmente per l’entusiasmo che ha saputo scatenare la bravissima Patrizia Civerra che ha raggiunto splendidi risultati con la quasi totalità di attori alla loro prima esperienza anche se non più giovanissimi. Questa passione si espande a macchia d’olio ed ogni giorno si registrano richieste di partecipazione per questa sana attività culturale. Attore, scenografo, costumista, attrezzista: il ruolo adatto a ciascuno ha poca importanza. Ciò che conta, qui, è la voglia di impegnarsi in un lavoro di squadra, di occupare in modo proficuo il proprio tempo libero, la voglia di divertirsi e la disponibilità a mettersi sempre in gioco. Senza paura e con la giusta dose di autoironia. Lo diceva proprio il grande Eduardo, del resto, che “nella vita gli esami non finiscono mai”. Se poi sono esami che si fanno per pura passione… e la passione e la richiesta di partecipazione scatenata dalla Civerra ha portato alla nuova offerta formativa del dopolavoro ferroviario con la nascita del gruppo “Università popolare del teatro e dello spettacolo” condotto da Lino D’ambrosio. Ancora una volta, il dopolavoro ferroviario, associazione aperta a tutti, si fa da catalizzatore e mette a disposizione le proprie strutture per far muovere i primi passi a nuove realtà che una volta consolidatosi si costituiranno in associazioni autonome per arricchire il panorama di operatori culturali e promuovere sempre più la cultura della regione.
Il DLF non intende mettere il “cappello” su tutto ed è convinto che una crescita collettiva può avvenire solo attraverso le pari opportunità mettendo tutti in condizioni di autonomia decisionale per promuovere i diversi modi di approccio alle tematiche culturali per sfuggire al “pensiero unico” imposto dalla società attuale.