“Incontro proficuo quello avuto con Massimo Trivisonno (U.R.A. C.L.A.A.I.), Liberato Russo (Casartigiani Molise), Giuseppe Trivisonno (C.N.A. Molise), Nicoletta Di Clemente ( Confartigianato Benessere Molise), Antonia Paduano ( Confartigianato Molise), Lucia Checchia ( Casartigiani Molise ) e Francesco Toci ( Confartigianato Molise) in relazione alla legge regionale numero 32 con l’obiettivo comune di risolvere i problemi in materia di artigianato, in modo particolare riaffermando il concetto di lavorare nella direzione del rispetto degli interessi generali e del bene comune in favore delle Imprese Artigiane e delle Microimprese che più di altri stanno soffrendo il particolare momento di crisi”. Questo il commento dell’assessore regionale al ramo, Massimiliano Scarabeo subito dopo la conclusione del vertice.
“L’impegno – ha proseguito l’esponente di palazzo Moffa – è quello di investire il più possibile nelle potenzialità che il comparto commerciale, artigianale e delle piccole e medie imprese molisane è in grado di dare alla nostra regione, compatibilmente con le risorse disponibili, ma, soprattutto, con la determinazione a trovare nuovi finanziamenti necessari per far ripartire l’economia locale. Il lavoro nero, al centro della campagna di comunicazione informativa in merito, è stato un altro argomento importante, trattato nell’incontro, un fenomeno che ha la necessità di un continuo confronto tra istituzioni e imprese, con la priorità di determinare le condizioni per creare nuovi posti di lavoro nel rispetto della legalità e delle regole oltre a rafforzare la rete contro l’emersione del lavoro irregolare, favorendo creando un ambiente di confronto e di acquisizione di esperienze e avviare un percorso per la realizzazione di programmi/progetti/interventi comuni. Un altro argomento discusso nell’incontro è stato quello specifico che riguarda la regolamentazione delle attività di acconciatore, ed estetista, essendo le Regioni coloro che esercitano la potestà legislativa in materia. Nella fattispecie si è parlato del cosiddetto “affitto di poltrona” o “di cabina” , iniziative che consentirebbero, mediante uno specifico contratto tra le parti, di concedere in uso parte dell’immobile delle attrezzature anche a chi, non espressamente imprenditore, possiede, come prescrive la legge i requisiti professionali per esercitare questo tipo di lavoro.”