Acquedotto molisano centrale, incontro al Mit. Entro fine mese il completamento della fase istruttoria

Incontro risolutore e chiarificatore, quello di questa mattina giovedì 11 febbraio, al dicastero del Mit, Ministero per le infrastrutture e i Trasporti, sulla questione delicata del completamento del progetto dell’Acquedotto molisano centrale, al quale hanno preso parte la parlamentare del Pd Laura Venittelli, il direttore generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Mit Vincenzo Cinelli e l’ingegner Marco Gelanzè. Un summit che si è reso necessario dopo la recente crisi idrica in basso Molise, per discutere proprio dell’iter riguardo il completamento e l’entrata in funzione dell’opera pubblica strategica per la popolazione del territorio servito ora dal potabilizzatore della diga del Liscione, che con preoccupante frequenza fa riscontrare alterazioni di quei parametri normativi, atti ad assicurare acque di buona qualità in uscita dal trattamento di potabilizzazione.

Nel corso del vertice, il direttore Cinelli si è impegnato a terminare la fase istruttoria, non ancora completata, da presentare al ministro Delrio entro fine mese, che poi dovrà essere trasmessa al Cipe. Per questo motivo, la parlamentare molisana chiederà un incontro allo stesso Ministro Delrio al fine di accelerare quest’ultima tappa amministrativa di competenza ministeriale, che potrebbe far approdare il tutto al Cipe sempre entro il mese corrente o al più tardi nella prima sessione di marzo.
“Siamo riusciti anche grazie al prezioso contributo degli enti locali interessati a capire dove stava l’inghippo, in modo da portare a termine l’istruttoria”, il commento dell’onorevole Venittelli, che rimarca come “l’acquedotto sia un’infrastruttura strategica di preminente interesse nazionale e di prioritario interesse regionale che avrebbe dovuto captare le acque sorgive provenienti dai monti del Matese per soddisfare il fabbisogno idro-potabile, l’acqua da bere, di migliaia di cittadini residenti in 11 paesi del Basso Molise”.

In definitiva, dalle notizie assunte, l’istruttoria stava seguendo l’iter consentito dalla documentazione finora reperita agli atti o trasmessa dal Responsabile del procedimento dell’intervento, che però risultava incompleta. La Direzione generale, infatti, ha assunto dalla ex Struttura Tecnica di Missione le competenze istruttorie sugli interventi della Legge obiettivo dal luglio del 2015, tempestivamente provvedendo a sollecitare l’Ufficio di Gabinetto alla trasmissione della necessaria documentazione. Documentazione successivamente pervenuta in modo incompleto e discontinuo, tanto da indurre nel novembre scorso a richiedere allo stesso Responsabile del procedimento copia degli elaborati di perizia.

Il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica-(Dipe) richiese di produrre, per l’iscrizione all’ordine del giorno della riunione preparatoria del Cipe della proposta di approvazione di una perizia di variante localizzativa, una specifica documentazione della quale era in corso il perfezionamento con la collaborazione del Rup dell’intervento.
Dell’intera situazione, inoltre, era stata data ampia conoscenza anche all’Avvocatura Generale dello Stato alla quale lo scorso mese è stata indirizzata apposita nota in relazione ad un atto di diffida e messa in mora pervenuto dall’Ati appaltatrice.

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