“L’accoglienza a Isernia si sta trasformando in una situazione che rischia di collassare”. Così la consigliera regionale della Lega, Filomena Calenda, è intervenuta sulla questione per la quale ha chiesto un incontro urgente con il Prefetto Fernando Guida.
“I cittadini, soprattutto i residenti delle zone interessate maggiormente dal fenomeno, – ha detto la Calenda – vivono una condizione di esasperato stress. Quotidianamente fanno i conti con culture e abitudini diverse e che spesso danno vita a situazioni poco rispettose degli altri, nonostante la presenza di minori e anziani, spesso destinatari di atteggiamenti equivoci”.
“Con l’arrivo di altri 72 migranti, – ha proseguito l’inquilina di Palazzo D’Aimmo – la cittá di Isernia ha raggiunto quota 300, circa e, sono tutti concentrati in una ristretta zona. In qualsiasi ora della giornata si assiste a episodi poco consoni con l’ordine pubblico, la morale e la quiete pubblica. Via Berta si sta trasformando in un ghetto pericoloso. La situazione è ormai al limite e la risoluzione non è piú procastinabile. L’accoglienza nella città pentra cresce in termini numerici e la collettivitá soffre di una mancata regolamentazione e pianificazione di altre comunitá che scaricano sulle strutture isernine i profughi che non possono piú tenere. C’é troppa sproporzione tra le cittá molisane. Mi preme, tuttavia, sottolineare, onde evitare spiacevoli incomprensioni, che la Lega e la sottoscritta non hanno mai rifiutato l’accoglienza a bambini, donne, anziani e a quanti scappano dalla guerra o da situazioni di evidente pericolo nelle loro terre d’origine. Peró, non possiamo permettere che qualcuno speculi sulla vita e sulle disgrazie di altri; non possiamo piú permettere di trasformare l’accoglienza in un business spavaldo; non possiamo piú permettere che 50 vite umane abbiano il valore di un mercedes di ultimo modello. Non é piú tollerabile assistere al commercio di esseri viventi. Non possiamo permetterci di battere il petto quando si da corso allo smistamento di nuovi profughi e tacere, invece, di fronte a quella che é la piú grossa e pericolosa operazione dei grandi poteri”.
“Occorre – riflette la Calenda – una reale presa di coscienza e attivarsi per il bene di tutti. Se una comunitá sta bene, ne benificeranno tutti, anche chi verrá accolto”.