“Gli eventi delle ultime settimane hanno, purtroppo, sancito il passaggio dalla fase di epidemia alla fase di pandemia a causa del diffondersi del Coronavirus. Stiamo vivendo forse la fase cruciale della lotta al Covid 19 per tentare di evitare nuove trasmissioni ed avere la possibilità di guarire i contagiati. Siamo nel momento di massimo sforzo ed ognuno deve fare la propria parte”. A scriverlo, in una lettera, il presidente dell’Ance, Gabriele Buia.
“Proprio a causa della escalation dei contagi sono state opportunamente adottate dal Governo misure sempre più drastiche per evitare nuovi scenari apocalittici – prosegue Buia – Qualche settimana or sono potevamo prendere un caffè nei posti pubblici mantenendo una distanza minima di almeno 1 metro, ora non è più possibile prendere un caffè in un posto pubblico”.
“Qualche settimana or sono – prosegue la nota – il focolaio affliggeva solo una parte del territorio nazionale, ora tutta la penisola. Di recente si sono susseguite ordinanze, sia nazionali (MIT) che locali (Sicilia, Puglia, Trento e Bolzano), che prevedono restringimenti alla libera circolazione, in primis, delle persone proprio a causa del contagio. Nell’ultima settimana per entrare in un super mercato dobbiamo stare in fila esterna con una distanza di almeno 1 metro ed una volta all’interno le presenze sono contingentate. Lo stesso dicasi per entrare in banca o in farmacia. Viene dalle Autorità ripetuto alla ossessione che la principale misura di salvaguardia è lo stare a casa; per lo meno fino al 24 marzo, poi si vedrà. Encomiabile, in linea con il dna italiano, è lo sforzo e l’impegno della macchina organizzativa pubblica e sanitaria nello specifico”.
“La priorità – scrive ancora il presidente ANCE – è ora quella di sconfiggere l’emergenza sanitaria, dopo affronteremo come rialzarci e riavviare il Paese per tornare ad una effettiva normalità e quotidianità che, peraltro, forse avevamo già smarrito da tempo per altre ragioni. Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, punto. A causa di quanto descritto per la prima volta nella sua storia ANCE ha chiesto un provvedimento al Governo di sospensione dei lavori nei cantieri edili. Non siamo in grado, nella maggioranza dei casi, di lavorare garantendo la sicurezza delle maestranze nel rispetto della salute pubblica. Intendiamoci: non può esistere una pandemia che affligge il Paese con la unica eccezione del settore della edilizia, sarebbe un contro senso. Non esiste il concetto di pandemia parziale”.
“Allorquando vi saranno dispositivi di protezioni individuali, in particolare mascherine e guanti, questi dovranno prioritariamente essere messi a disposizione degli operatori sanitari, di coloro ossia che sono in prima linea. In diverse strutture sanitarie la carenza di idonee mascherine sta costringendo gli operatori ad utilizzare sotto le mascherine (che indossano da giorni mentre dovrebbero essere mono uso) addirittura degli assorbenti come filtri salva vita. Questa è la verità. Serviranno giorni per mettere in sicurezza il personale sanitario, solo dopo sarà possibile una distribuzione (non rileva se gratuita, non è questo il tema oggi) ad altri settori merceologici. Alla data odierna è oramai entrata in crisi, però, anche la filiera delle forniture con magazzini prossimi ad essere sguarniti per le difficoltà di approvvigionamento. Lavorare in un cantiere è pressoché impossibile seguendo indicazioni teoriche scritte a tavolino, ma che nulla hanno a che vedere con la realtà della edilizia. Proprio per questo occorre, una volta adottati i provvedimenti di interesse più generale, un provvedimento ad hoc per il settore della edilizia. Troppe sono le specificità del settore edile che non possono trovare accoglimento in altri settori merceologici. Studieremo con attenzione quanto deciso nella giornata odierna certi che saranno stati adottati prioritariamente provvedimenti relativi all’ampliamento della possibilità di utilizzo degli ammortizzatori sociali, così come la sospensione e la ricalendarizzazione degli adempimenti e versamenti tributari, previdenziali, assistenziali e di qualsiasi altro genere in scadenza. Dovrà essere garantita, inoltre, liquidità alle imprese con una moratoria effettiva e automatica dei debiti nonché l’ampliamento del raggio di azione della sezione edilizia del Fondo di garanzia Pmi, bloccata da troppo tempo. Nel frattempo laddove vi siano le condizioni per operare in sicurezza ben venga che i lavori vadano avanti anche se in mezzo a difficoltà e a complicazioni. Il Sistema ANCE è sempre pronto a fare la propria parte, per l’interesse generale, al fianco del decisore pubblico a tutti livelli; l’importante è che rispetto ad una situazione drammatica le decisioni rispondano a principi di praticità e concretezza”, conclude la nota.