“Nella documentazione presentata in merito alla centrale Turbogas di Presenzano, Edison riferisce un funzionamento futuro della centrale per 8.160 ore all’anno, una produzione annuale di energia elettrica pari a 6.287 GWH e un rendimento netto del 60,8%, tutte previsioni legate a un’attività continua dell’impianto all’intera potenza nominale (850 MW). Tuttavia, la sua realizzazione, assieme a quella degli altri impianti a ciclo combinato che s’intende costruire nei prossimi anni, si basa sul sistema europeo del capacity market, col quale si assegna un premio/incentivo agli operatori capaci di garantire fonti di energia elettrica in caso di necessità o carichi imprevisti. Pertanto, secondo tale sistema, agli impianti a ciclo combinato come quello di Presenzano non viene richiesto un funzionamento a ciclo continuo, bensì con una combinazione ottimale accensione/spegnimento, quindi con avviamenti e spegnimenti molto frequenti, prevista da Terna e con carichi ben al di sotto della potenza nominale. Per questo motivo ho indirizzato al Ministero dell’Ambiente un’interrogazione chiedendo, anche mediante il diretto coinvolgimento di ISPRA, di attivarsi al fine di appurare i reali cicli di utilizzo della centrale da parte di Edison e le effettive ricadute in termini di emissioni di ossido d’azoto, ossido di carbonio e anidride carbonica per chilowatt/ora prodotti”. Lo afferma Rosa Alba Testamento, Portavoce molisana del MoVimento 5 Stelle alla Camera dei Deputati.
“Per gli impianti uguali a quello di Presenzano – continua la Portavoce – la correlazione tra il loro parziale utilizzo e il considerevole aumento delle emissioni per chilowatt/ora prodotti è dimostrata da esperienze e studi. In primis i dati sulla vicina centrale di Aprilia per la quale nella dichiarazione ambientale si prevedeva, rispetto a un suo utilizzo alla potenza nominale, un rendimento del 59, 5% mentre nel triennio 2014 -2016 il rendimento effettivo ha oscillato tra il 49, 84% del 2014 e il 52% del 2016 con un aumento delle emissioni di CO2 del 16,6%. Ciò è avvenuto proprio perché la centrale ha lavorato a un carico parziale, mediamente inferiore al 50%. In secundis l’autorevole Rapporto EMAS del 2016 sulla centrale di Sparanise, nel quale viene confermato il modesto rendimento dell’ impianto e si attribuisce il 10% del totale delle emissioni di ossido di azoto e ossido di carbonio proprio agli avviamenti. Pertanto – prosegue – il controllo delle emissioni prodotte da tali impianti dovrebbe essere fatto tenendo presente i loro parziali carichi di utilizzo e i continui avviamenti”.
“Nella stessa interrogazione ho anche chiesto al Ministero dell’Ambiente se non ritenga opportuno esaminare ulteriormente le modifiche apportate da Edison al progetto originario, soprattutto la reale efficacia del sistema catalitico di riduzione degli ossidi d’azoto rispetto alla nuova turbina di classe H che verrebbe installata e al Ministero dello Sviluppo Economico se non ritenga altresì procedere a una verifica di compatibilità di tale progetto con i requisiti di accesso al sistema di premi e incentivi previsto dal capacity market”, conclude Testamento.