«Le politiche sanitarie richiedono necessariamente una forte condivisione con le regioni e non possono essere stabilite “unilateralmente” dalla sovranità centrale. Ogni regione, ogni territorio ha le proprie specificità e i propri bisogni, con la conseguenza che i processi e le risorse della sanità vanno gestite, nell’ambito di una cornice nazionale, vicino ai cittadini attraverso una governance multilivello: non si possono escludere i Governi territoriali. Il Decreto Balduzzi, i commissariamenti, la gestione del personale, l’organizzazione degli Enti vigilati e ogni altra questione afferente la sanità non possono costituire la mera affermazione del Governo centrale, ma devono essere espressione di un sistema fondato sul regionalismo cooperativo. Annunciare risorse senza condividere processi significa voler “superare” la potestà territoriale e affermare un anacronistico accentramento; significa bypassare le funzioni costituzionali delle regioni». Così il presidente della Regione Molise, Donato Toma, in relazione alla conferenza stampa del premier Conte e del ministro Speranza sul Patto per la Salute.
“Da qui al 2023 mi piacerebbe lanciare un patto sulla Salute e sforare o sfiorare i dieci miliardi di investimenti sulla Salute”, le dichiarazioni, in sintesi, del premier Conte.