Si è tenuto il 7 agosto 2019 il consiglio monotematico sul lavoro chiesto da CGIL CISL e UIL. “Un consiglio che per quanto ci riguarda, non può e non deve esaurire la sua efficacia semplicemente con la mozione approvata”. E’ quanto dichiarato da Franco Spina, Segretario regionale CGIL Abruzzo Molise.
“Lo abbiamo detto e lo ribadiamo – prosegue Spina – quello di ieri è solo il primo tassello di una discussione che deve essere serrata sul tema Lavoro. La crisi non ha colpito solo alcune aziende, ha colpito il tessuto produttivo nel suo complesso e le politiche di risposta alla crisi non possono limitarsi a qualche specificità. Troppe sono le crisi aperte e le criticità esistenti, iniziando dalle partecipate che vede, oltre la GAM, lo Zuccherificio del Molise, altra storica azienda abbandonata al suo destino con tutto quello che ne è scaturito per i lavoratori interessati. L’elenco è lungo, dal Korai, all’Ittierre, dalla Protezione Civile, alla sanità, dalla formazione professionale, ai lavoratori forestali, dalla ex Solagrital, ai precari del sistema Regione e dei Centri per l’impiego passando dai lavoratori ex mobilità in deroga ecc. ecc.”.
“Per tutte queste vertenze – sottolinea la nota – occorre una puntuale risposta di merito. Gli strumenti delle politiche attive e passive (già previsti dalla stessa Regione) e mai compiutamente attualizzati e che ieri sono stati richiamati in parte nella mozione approvata per la GAM, devono riguardare tutti i lavoratori in situazione di crisi sia per quelli delle altre ex partecipate come lo Zuccherificio di cui questa Regione ne ha dimenticato l’esistenza, sia per le aziende delle ex filiere del tessile e del metalmeccanico. Altrettanta attenzione deve riguardare i percorsi chiari e necessari per i precari a partire dal rispetto dei protocolli firmati con la stessa regione riferiti ai processi di stabilizzazione in base alle norme nazionali. Serve una politica attenta nel contrastare l’emergenza, ma serve una politica capace di guardare in prospettiva, ripensando uno sviluppo compatibile con il territorio. In sostanza un nuovo piano di sviluppo strategico regionale, non la solita programmazione frammentata e per singolo settore. Riteniamo che l’opportunità concessa dalla nuova programmazione comunitaria aggiunta alle risorse residue dell’attuale programmazione, oltre agli altri strumenti come le aree di crisi, la zes, il patto per il sud, la delibera sulle infrastrutture e da ultimo il contratto istituzionale di sviluppo, siano l’ultimo appello per una Regione ormai al collasso”.
“Urge una discussione sulle infrastrutture, sulla sanità, sul trasporto pubblico, sulla scuola, sulla difesa dell’ambiente e del territorio, sulla riorganizzazione istituzionale, tutti elementi essenziali e fondamentali per parlare di sviluppo. Il disagio sociale, la povertà, la mancanza di lavoro e di prospettiva, i diritti negati, non vanno in ferie, per questo noi nei prossimi giorni torneremo a pretendere più attenzione al mondo della politica e a sollecitare ulteriori ed urgenti provvedimenti sul tema lavoro e sviluppo”.