L’Assessore al Lavoro della Regione Molise esprime le sue riflessioni in occasione della 72ª edizione della Giornata ANMIL (Associazione fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro) per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro che si terrà domani a Campobasso.
Nei primi 4 mesi del 2022 il numero degli incidenti sul lavoro in Molise ha registrato un +57% rispetto allo stesso periodo del 2021. E’ questo il dato sintetico del report Inail, “rappresentato da una percentuale inaccettabile che piazza la nostra regione in una posizione peggiore rispetto alla media italiana” ha detto l’assessore rimarcando anche che dei 1.150 infortuni denunciati nei primi mesi dell’anno, 808 sono avvenuti in provincia di Campobasso (+55%) e 342 in quella di Isernia (+73%).
“Sono numeri che, non solo oggi ma quotidianamente, proviamo ad affrontare di concerto con tecnici ed esperti del settore, cercando possibili soluzioni a partire dall’analisi delle cause. E la giornata di oggi – ha continuato Filomena Calenda – rappresenta un’ulteriore occasione per riflettere sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e sul numero intollerabile di vittime che il nostro Paese piange. Perchè sono convinta che oggi – ancor più di ieri – non si può morire di lavoro. Non si può perdere la vita mentre si è impegnati a garantire il necessario per la vita alle proprie famiglie”.
L’assessore ha sintetizzato alcune delle cause che contribuiscono all’aumento dei rischi che mettono in pericolo la vita dei lavoratori, tra cui, per esempio, la condizione di precarietà – evidente soprattutto nelle piccole imprese – e “a cui da tempo tentiamo di far fronte. E dunque riflettere anche su questo aspetto diventa quanto mai urgente. Viviamo in un Paese competitivo e la competizione – rispetto all’Europa e al mondo – non progredisce con una riduzione del costo del lavoro”.
Quindi, ha concluso l’Assessore: “condizioni di lavoro più sicure, prima di tutto! Per le quali siamo chiamati in causa tutti. Non uso a caso il plurale: il problema degli incidenti sul lavoro riguarda più ambiti, a cominciare da quello della prevenzione. E’ necessario diffondere una cultura della sicurezza che si basi sull’adozione minuziosa delle misure a carattere preventivo e protettivo previste per legge, e che riguardi tutti a cominciare dal mondo della scuola dove si formano i lavoratori del domani. La sicurezza deve trasformarsi in un tassello determinante della nostra cultura: tanto dei lavoratori quanto dei datori di lavoro. Siano essi pubblici o privati”.