Sì è conclusa a Bologna la due giorni della Terza Conferenza regionale per l’Inclusione Lavorativa delle persone con disabilità, che ha coinvolto centinaia di partecipanti tra associazioni del territorio, associazioni datoriali, sindacali, del Forum del Terzo Settore, associazioni nazionali delle persone con disabilità (FAND), Direttori regionali dei servizi del lavoro e sociali, dell’INPS, dell’INAIL, del Direttore Generale ANPAL Pirrone. Un appuntamento annuale che vede coinvolti moltissimi stakeholders da tutta Italia su un tema importantissimo per la vita sociale e lavorativa dei territori.
Alla presenza del Presidente Bonaccini e del professor Patrizio Bianchi, Assessore al Coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, scuola, formazione professionale, università, ricerca e lavoro della Regione Emilia-Romagna, l’avvocato Alberta De Lisio, Direttore del Settore Programmazione Socio Sanitaria della Regione Molise, ha affrontato il tema presentando i progetti di inclusione ideati dalla struttura e basati soprattutto sull’utilizzo delle nuove tecnologie, due dei quali premiati di recente al ForumPA (di uno dei quali – QuotidianaMente – con un nuovo coinvolgente video promo che illustra il progetto) che si sono mirabilmente inseriti – è proprio per questo è stato richiesto l’intervento bolognese -in un contesto di lavori in cui tutto il parterre e gli intervenuti sono stati proiettati al disability management fondato tra l’altro sui servizi di supporto e valorizzazione dei Centri Adattamento Ambiente Domestico e la messa a punto di tecnologie disponibili da raccogliere in un catalogo che possa consentire l’ agevole accesso ad ogni forma di supporto.
E poi si è puntato l’accento sulla Integrazione tra servizi lavorativi-sociali e sanitari, su come strutturarli cogliendo tutele e opportunità offerte dalla legislazione vigente.
“Includere significa creare senso di appartenenza, favorire l’accoglienza, superando le differenze. Esiste uno stretto legame tra partecipazione alla vita quotidiana e sociale e lo stato di benessere e di salute della persona. La questione è fondamentalmente etica: nel ruolo sempre più incisivo della dimensione educativa, formativa e ricreativa, si ribadisce il diritto di accesso di tutti ai luoghi e alle iniziative della vita lavorativa, sociale, culturale.
Dove creiamo autonomia, trasformiamo un disabile da costo sociale in risorsa reale. E’ dunque indispensabile leggere, sotto l’ottica dell’accessibilità, della fruibilità e della piacevolezza, tutti gli anelli connessi all’esperienza di vita qualunque essa sia, in modo da formare la catena dell’accessibilità, che deve consentire a chiunque di vivere la vita in modo appagante, soddisfacente, piacevole in condizioni di autonomia, comfort, sicurezza – ha detto la De Lisio – Il modello italiano, in Europa, è quello che mostra nuovi segnali di rinnovamento. E questo sta maggiormente più evidenziandosi proprio grazie a quelle poche Regioni, tra cui il Molise, che si stanno muovendo sul tema.
Infatti nel nostro piccolo stiamo provando ad invertire la tendenza. La persona disabile è al centro dell’attenzione non come fruitore passivo ma come attore consapevole di ogni nostra azione, stiamo prevedendo per tutti un ruolo emotivamente più attivo, stiamo puntando alla giusta qualità della vita per tutti. Il lavoro quotidiano svolto dalla mia Struttura – ha continuato – è quello dell’ l’empowerment come un tema di ricerca prioritario perché è il processo attraverso il quale gli individui sviluppano le competenze e le capacità di ottenere il controllo sulla propria vita e di intervenire per migliorare la loro situazione di vita. Anche attraverso l’arte, la letteratura, la musica.
Dunque l’impegno di noi tecnici addetti ai lavori – ha affermato la De Lisio – e che ci occupiamo di programmazione socio sanitaria, sociale, è quello di dare garanzie di sostenibilità delle politiche regionali, una reale concertazione con gli tutti gli attori che partecipano pertanto alla costruzione delle politiche, che diventano così deliberate, mostrano l’emergenza di una policy capacity a 360 gradi. Stiamo verificando con altre regioni, tra cui proprio l’Emilia Romagna, grazie ai partenariati europei, un’evoluzione in termini di policy capacity regionale in materia culturale. La nostra posizione specifica nel sistema di governance e le caratteristiche dell’intervento regionale in questo settore ci fanno propendere per una considerazione della regione come scala ideale per la sperimentazione di una sostenibilità delle politiche pubbliche, per cui, nel nostro caso, condizioni necessarie si rivelano senza dubbio la cooperazione e l’intersettorialità. Alla legittimità di politiche co-costruite e deliberate si aggiunge, quindi, una sempre più intensa trasversalità nella programmazione e nell’azione, in grado peraltro di potenziare i numerosi effetti spillover di vari settori e di assicurare una base più ampia di finanziamenti.
L’avvenire delle regioni, ancor più nell’ottica di un loro accorpamento, passa pertanto dallo sviluppo e dall’esercizio di una policy capacity, in grado di assicurare politiche sostenibili, legittime, deliberate, che possano disporre delle adeguate risorse umane e finanziarie, frutto di una competenza che interpreta i cambiamenti politici, senza soccombervi”, ha concluso, suscitando grande interesse e consenso tra gli addetti ai lavori e i vertici Istituzionali presenti, che hanno manifestato intenzione di condividere questi percorsi progettuali innovativi portati avanti dalla struttura che aiuteranno il lavoro e l’impegno svolto nel nostro territorio a crescere e a farsi conoscere e apprezzare sempre di più.