SPAZIO ELETTORALE – Giovani, lavoro, famiglia, strade, trasporti, politiche agricole, scuola, cultura, sanità, accoglienza, aziende, artigianato, commercio, turismo e ambiente. Su questi temi specifici, i vescovi molisani, mons. Giancarlo Bregantini (Campobasso-Bojano), mons. Camillo Cibotti (Isernia-Venafro), mons. Gianfranco De Luca (Termoli-Larino) e mons. Claudio Palumbo (Trivento), hanno elaborato un documento che hanno posto all’attenzione del quattro candidati presidente. Donato Toma non solo ha condiviso l’orientamento dei quattro prelati, ha fatto di più: ha firmato in ogni sua parte il contenuto del documento impegnandosi a tenerlo presente nell’elaborazione del prossimo programma di mandato della Regione Molise qualora sia eletto presidente.
“L’ho fatto – spiega Toma – innanzitutto perché i valori del cattolicesimo sono radicati in noi, fanno parte della nostra storia e della nostra quotidianità e vanno difesi in un contesto di tolleranza e di rispetto dell’altro. Ma c’e anche una ragione di tipo laico che mi ha spinto a sottoscrivere la riflessione della Chiesa molisana, l’idea cioè che il modello di rilancio del Molise passi attraverso l’affermazione dell’identità di questa regione”.
Secondo i vescovi del Molise, l’identità molisana è nella serenità del borgo con una comunità a misura d’uomo. Il borgo va conosciuto, valorizzato nelle sue eccellenze e collegato per diventare una rete e un volano di nuove proposte fabbrili.
“È un concetto – prosegue Toma – che collima con la nostra vision di sviluppo sostenibile, cioè la capacità di riuscire di far vivere tutti i molisani in maniera dignitosa ed equa senza distruggere l’habitat naturale di questa bellissima regione. Come abbiamo detto più volte nel corso di questa campagna elettorale, il territorio molisano si caratterizza per un rilevante numero di piccoli borghi che, con un’adeguata valorizzazione in rete, potrebbero attrarre nuovi flussi turistici, delineare una controtendenza allo spopolamento delle aree interne, favorire l’insediamento di nuovi nuclei familiari provenienti soprattutto da altri Paesi europei, generare nuove opportunità occupazionali e di crescita per i giovani locali”.
Apprezzabile e pienamente condivisibile, secondo Toma, e anche la proposta dei vescovi che individua le radici del turismo molisano nel borgo che può trasformarsi in un albergo diffuso, come pure quella del turismo religioso legata al prezioso patrimonio architettonico dei luoghi di culto molisani.
“Piccolo è bello – conclude Toma – e da qui dobbiamo ripartire per rilanciare l’economia delle aree interne, che costituiscono una parte cospicua della nostra regione. Con un territorio poco antropizzato, una urbanizzazione che non ha intaccato e compromesso l’architettura dei nostri borghi, un’aria salubre e un’acqua fra le migliori d’Italia, il Molise può ambire a diventare un grande albergo diffuso”.