“Nove anni fa. Trecentonove vite spezzate”. Così il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, ricorda il terremoto dell’Aquila e quel drammatico 6 aprile 2009. Nove anni dopo resta “una ferita ancora aperta quella dell’Aquila, che sta cercando di rialzarsi, a fatica, come ha sempre fatto dopo ogni terremoto che ha provato a cancellare il cuore dell’Abruzzo, la sua gente, la sua storia. I familiari delle vittime hanno scelto una frase di Josè Saramago “Senza memoria, non esistiamo” per ricordare chi non c’è più, tra cui tanti studenti, anche molisani, che sono rimasti sotto le macerie di una città che la furia di un terremoto ha reso irriconoscibile. A loro va il mio commosso ricordo, perché mai bisogna dimenticarli”.
“Ai loro familiari – prosegue il primo cittadino – giunga il mio abbraccio e la mia ammirazione per aver reagito con tanta forza ad una simile tragedia che ha scosso il mondo intero. Agli amministratori che in questi anni si sono succeduti va invece la mia solidarietà di sindaco e di presidente della Provincia, convinto e cosciente di quanto sia complicato il ruolo che ricoprono nella difficile e lunga fase della ricostruzione e di quanto sia ancora più complicato non deludere le aspettative che ripongono in loro migliaia di famiglie che in pochi attimi hanno perso i cari, la casa e il lavoro. Conosciamo anche noi molisani il dolore legato al terremoto, che non ha risparmiato la nostra terra, conosciamo gli ostacoli che si incontrano quando bisogna ripartire, le promesse, le attese, i fondi che non arrivano o che non bastano mai e i rischi che si corrono in una così delicata attività. Occorre trasparenza, prudenza, ma anche coraggio. Tanto coraggio”.
“A chi da nove anni lavora per riportare l’Aquila e l’intera comunità a com’era prima del 6 aprile del 2009 va la mia vicinanza con l’auspicio che tutta la comunità possa voltare presto pagina. Ancora auguri di buon lavoro al sindaco e a tutta l’amministrazione comunale”.