Sul caso Fondazione Molise Cultura acceso dal Movimento 5 Stelle, a intervenire è, attraverso una nota stampa, è Sandro Arco, chiamato in causa dai consiglieri regionali Federico e Manzo.
“Le più recenti esternazioni – scrive Arco in una nota – vere e proprie offese gratuite sul mio conto oltre che sull’attività della Fondazione Molise Cultura da parte del M5S e del candidato Antonio Federico, esternazioni con le quali (forse sobillati da qualche noto “trombone”) si cerca di ricacciare, nel tritacarne dello scontro politico (dal quale sono oramai distante dal 2009), una controversia strettamente giuslavorista tra il sottoscritto e la propria parte datoriale”.
“Anche a voler prescindere – rimarca Arco nel comunicato stampa – dalle disinvolte e preoccupanti modalità (cd. ‘manu militari’) di accesso, da parte dell’emergente “gruppo politico” (cosa diversa dal consigliere), al fascicolo personale del sottoscritto (accesso posto in essere in violazione delle più elementari norme sulla trasparenza, ovvero attraverso l’utilizzo del ruolo istituzionale di taluni – Federico e Carnevale – per consentire ad altri, non titolati, l’apprensione e la divulgazione di dati personali e di documenti professionali neppure accessibili quali atti endoprocedimentali, corrispondenza e pareri non ancora entrati a far parte di provvedimenti conclusivi- profili, questi, già posti all’attenzione delle competenti autorità di controllo e se del caso anche penali) ciò che desta sconcerto è il più totale disprezzo, da parte di queste nuove figure istituzionali, per il rispetto delle regole e per quella che dovrebbe costituire una prerogativa di un gruppo politico che si candida a governare: la tutela dei lavoratori, categoria quest’ultima alla quale (fino a prova contraria) il sottoscritto (al netto di bieche questioni personali) tutt’ora – conclude Arco nel comunicato stampa – appartiene ed i cui diritti ancora non spetta, al M5S, attribuire o calpestare”.