Tutta la storia dei pozzi petroliferi di Cercemaggiore dagli anni ’60 fino alla scoperta dei livelli abnormi di radioattività nel terreno. È quanto ha riportato il consigliere regionale Salvatore Ciocca nel libro ‘Capoiaccio. Anno Zero’, presentato a Campobasso, lo scorso 13 gennaio 2018, davanti a una platea di oltre duecento persone.
Del libro, presente l’autore, se ne parlerà anche sabato 3 febbraio 2018, a partire dalle ore 18, nella Sala Consiliare del Municipio di Santa Croce del Sannio, centro di mille abitanti in provincia di Benevento, ai confini col Molise e, soprattutto, limitrofo proprio a Cercemaggiore e a contrada Capoiaccio.
I terreni radioattivi si trovano a meno di dieci chilometri di distanza dal centro beneventano.
La Montedison, negli anni ’60, in contrada Capoiaccio a Cercemaggiore installò le sue torri estrattive. Cosa nascondono, dunque, i pozzi di Capoiaccio? Cosa trasportavano i camion che erano soliti arrivare in zona? Come mai tanti casi di tumore, un livello di notevoli dimensioni rispetto alla popolazione residente? Sono gli interrogativi, che per decenni sono rimasti senza risposte e sui quali ha provato a fare luce il consigliere regionale di Riccia.
Una pagina oscura del Molise sulla quale Ciocca ha iniziato a lavorare sin dal 2013, all’inizio della legislatura regionale. Risalgono all’anno successivo, dopo le sollecitazioni del politico al Ministero dell’Ambiente, le indagini dell’Arpa Molise, che rilevò livelli di radioattività dieci volte superiori alla normalità. Da quel momento iniziarono controlli da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, mentre la Prefettura istituì una commissione d’indagine.
Il consigliere regionale Salvatore Ciocca ha spulciato documenti dell’epoca e quelli più attuali, ricostruendo una storia per provare a contribuire a ricercare la verità, per il bene della popolazione che risiede in quella pericolosa area.