Un dibattito, quello sul consumo di alcol, che vuole uscire dalla ipersemplificazione delle contrapposizioni, dalle divisioni nette tra “sì” e “no” categorici, per entrare a far parte di una discussione più ampia, che parli di stili di vita.
“Si parla in termini molto allarmistici – ha detto Giovanni de Gaetano, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, moderatore del convegno – confondendo spesso il consumo moderato e quello eccessivo. Sappiamo però che un consumo moderato, legato al pasto, alla convivialità della tavola, ad una vita sana, ha effetti positivi, ben documentati, sulle patologie cardiovascolari e sulla mortalità per qualsiasi causa. E’ molto dibattuto il legame possibile tra consumo di alcol e cancro, ma gli studi disponibili non tengono conto in modo adeguato dell’intero stile di vita seguito dalle persone. Se l’alcol si accompagna a una cattiva alimentazione, magari al fumo, alla scarsa attività fisica, ci troviamo molti elementi che interagiscono. Molta ricerca è ancora da fare in questo senso”.
“Il punto – ha ribadito Ramon Estruch, dell’Università di Barcellona – è mantenere il consumo di vino o di birra nel contesto di una vita sana. È tempo di smetterla con un approccio che spesso appare confuso. Prima di tutto: quando si parla di danni da alcol, si dovrebbe sempre evidenziare che parliamo di un consumo elevato, ben distinto da quello moderato. E poi dobbiamo anche abbandonare l’idea dell’alcol come qualcosa isolato da tutto il contesto individuale e sociale. C’è, ad esempio, una grande differenza tra bere un bicchiere di vino o di birra al giorno per sette giorni e, invece, bere il quantitativo di sette giorni in una sola occasione. Gli effetti dell’alcol, insomma, vanno visti tenendo ben presente lo stile di vita complessivo”.
Il convegno si è chiuso con l’approvazione unanime da parte di tutti i relatori di un documento finale nel quale si definiscono punti fermi sui quali basare le discussioni future. Il documento esamina le evidenze scientifiche disponibili e prospetta le adeguate raccomandazioni rivolte al pubblico, chiedendo allo stesso tempo un’azione a livello europeo per incoraggiare ricerche più approfondite in un ambito, come quello del consumo dell’alcol, che rimane parte integrante della nostra società e della nostra tradizione. Una maggiore conoscenza in questo campo aiuterà anche a combattere il consumo eccessivo, con il fenomeno del binge drinking che si afferma soprattutto tra i giovani.