L’avvio dell’iter decisionale è stato stabilito nel corso dell’importante convegno “Zone Economiche Speciali, sviluppo e lavoro. Una grande occasione per i Comuni del Sud”, promosso dall’Anci Molise e Abruzzo, svoltosi nella sala consiliare del Municipio.
«Il primo obiettivo, quello di riconoscere una Zes per ogni Regione del sud d’Italia, è stato raggiunto – ha ricordato in apertura dei lavori il Capo Delegazione dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani Micaela Fanelli – per prima l’Anci ha proposto l’emendamento all’articolo 4 bis del Decreto per il Sud per garantire una Zes in ogni Regione d’Italia e per prima ha individuato l’area portuale di Termoli come naturalmente vocata al regime speciale di investimenti e semplificazioni previste dal Governo. In particolare, Termoli vanta un’area industriale molto ampia, con spazi disponibili per nuovi investimenti ed ha tutte le carte in regola per offrire alle imprese sburocratizzazione, incentivi fiscali e intermodalità negli scambi, capaci di assicurare ricadute positive su tutto il tessuto sociale e produttivo del Molise. Insieme ai Comuni della costa molisani e a quelli abruzzesi, oggi presenti in numero e rappresentanza autorevole. Eccoci, arriviamo primi a livello nazionale, per questo è indispensabile avviare celermente il processo insieme all’Abruzzo in vista del Decreto del Governo che proseguirà l’iter, prevedendo gli step e i contenuti atteso per metà ottobre. Io suggerirei alle due Regioni di siglare subito un’intesa e avviare il lavoro congiunto partendo dai settori automotive e agroalimentare».
«Inizia ora la fase più delicata – ha detto il sindaco di Termoli, Angelo Sbrocca – dopo che il Governo e in particolar modo il Ministro De Vincenti sono riusciti ad agganciare la ripresa economica, soprattutto nel Meridione. Dove si registra, anche in Molise, non solo una crescita del Pil ma un numero di startup addirittura superiore al Settentrione. L’obiettivo, ora, è quello di non perdere tempo per arrivare, quanto prima, all’istituzione della Zes anche per il nostro territorio».
Il Presidente dell’Anci Abruzzo, Luciano Lapenna, dopo aver ripercorso l’Impegno dell’Associazione dei Comuni in sede di confronto con il Governo, ha ricordato come i provvedimenti previsti dalla Zona Economica Speciale per Abruzzo e Molise potranno assicurare ampie soddisfazioni alle due regioni.
Auspicio che potrà facilmente trovare concretizzazione visto che, come ricordato dal Dirigente di ricerca della SVIMEZ Delio Miotti, il 2016 segna finalmente un punto di discontinuità dopo sette anni recessione. Ed il Mezzogiorno, al centro del Mediterraneo dove transita oltre un terzo del commercio mondiale, può svolgere un ruolo forte se ben governato dall’azione politica. Con le Zes che rappresentano l’elemento di raccordo tra la produzione locale e il commercio internazionale, grazie ai costi contenuti del trasporto marittimo che da solo movimenta oltre il 50% dei beni destinati ai mercati europei.
Un’opportunità, quella della Zona Economica Speciale, di valenza strategica anche per Massimo Sabatini, Direttore Politiche Regionali e Coesione Territoriale di Confindustria, secondo il quale tutto il processo dovrà muoversi lungo le direttrici della delimitazione delle Zes, dell’attrazione per le imprese e della semplificazione burocratica.
Ma bisogna fare in fretta, come la Basilicata, che già ha individuato ben due potenziali aree per le quali chiedere il regime speciale, come riportato in assemblea da Elio Manti, Direttore della Programmazione e Bilancio Regionale della Basilicata. Regione priva di porti, ma centrale nell’interscambio tra il Tirreno, l’Adriatico e lo Ionio e strategica sulla versante appenninica da Nord a Sud.
Perché è finita l’era delle politiche del campanile, ha ricordato il sindaco di Pescara Marco Alessandrini, con le Zes che impongono una visione più ampia ed interconnessa, capaci di rappresentare una grande opportunità, ma anche una grande sfida, per le Regioni Abruzzo e Molise.
«Quella di oggi è un’iniziativa molto utile per iniziare a lavorare fattivamente – ha detto in apertura del suo intervento il professor Giuseppe Coco, Coordinatore dei Consiglieri del Ministro per la Coesione Territoriale – perché l’aspetto progettuale è fondamentale per arrivare, entro un paio di mesi, alla proposizione delle Zes in sede ministeriale. Il Governo è fortemente intenzionato a puntare sul rilancio del Mezzogiorno, per agganciare e sfruttare il traffico commerciale lungo il Mediterraneo ed è già pronta una grande mole di investimenti ed incentivi previsti per le zone economiche speciali. E le differenze tra Zes di successo o meno dipenderà unicamente dai governi regionali, ai quali spetterà il compito di presentare progetti coerenti, che interessino territorio anche non contigui, ma funzionalmente ed economicamente collegati ai porti da infrastrutture già esistenti. Bisogna quindi fare in fretta, fare bene e sfruttare al massimo le cooperazioni istituzionali, come quella che si è creata tra Molise ed Abruzzo».
Un appello raccolto sia dal Presidente della Regione Molise Paolo Di Laura Frattura che dal rappresentante della Regione Abruzzo, Carmen Ranalli, fortemente intenzionati a presentare un progetto integrato di sviluppo e non “una lista della spesa”, per poter cogliere tutte le opportunità previste dal Decreto per il Mezzogiorno e agganciare la ripresa economica in atto.
A conclusione del dibattito, nel corso del quale sono intervenuti diversi sindaci abruzzesi e molisani ed esponenti dei sindacati, del partenariato e delle associazioni di categoria, il Sindaco di Chieti Umberto Di Primio, Vice Presidente Nazionale Anci, dopo aver ringraziato il Capo Delegazione Micaela Fanelli per l’attenzione e l’impegno finora profusi, ha esortato il Governo per una maggiore presenza dei sindaci nei comitato di indirizzo, in quanto rappresentano il vero termometro dei territori.
«Da oggi Molise e Abruzzo, insieme, saranno più forti. Ma dovranno essere capaci, in tempi stretti, di elaborare un efficace piano di sviluppo congiunto, guardando allo sviluppo anche delle aree retroportuali. L’obiettivo comune resta quello di diventare più competitivi, tenendo conto delle vocazioni e delle esigenze dei nostri territori, rendendo più efficiente quello che già abbiamo. E per fare questo, è indispensabile che le due Regioni che parlano la stessa lingua».