In tale documento, oltre a sollecitare la convocazione di una Cabina di regia sul dimensionamento, volta a pianificare l’offerta formativa regionale, chiedemmo anche la costituzione di un tavolo di coordinamento tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti sul tema dell’edilizia scolastica, in modo da monitorare lo stato dell’arte ed effettuare una programmazione degli interventi necessari nel breve e nel medio periodo.
Dal 30 giugno ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta: il risultato è che domani inizierà un nuovo anno scolastico, ma si porterà con sé tutti i problemi irrisolti dell’anno precedente.
La situazione relativa all’edilizia scolastica resta drammatica ed è certificata dall’Anagrafe consultabile sul sito della Regione Molise. A 15 anni dal sisma di San Giuliano di Puglia, in alcuni comuni del cratere, si tornerà a fare scuola in casette prefabbricate, in altri centri per affrontare le criticità si darà luogo a sistemazioni provvisorie, con fitti di locali privati e dislocazioni temporanee che rischiano di diventare definitive.
L’emergenza edilizia scolastica è presente ovunque, ma specie nel capoluogo regionale rischia di aggravarsi: si pensi al caso della Montini, dove si tornerà a fare scuola nonostante una relazione dell’Università del Molise consiglierebbe l’abbattimento dell’edificio o l’esecuzione di lavori di adeguamento sismico. La scuola di c.da Mascione, intanto, è stata già chiusa tra le legittime proteste e l’apprensione dei genitori, gli alunni della scuola primaria Don Milani continueranno ad essere dislocati in tre sedi diverse mentre già si comincia a discutere dello spostamento degli alunni della primaria E. D’Ovidio nell’edificio di via Gorizia.
Cosa succederà quando tutte le relazioni sulla vulnerabilità degli edifici cittadini commissionate all’Unimol saranno presentate?
L’abbiamo già detto e lo ribadiamo: a nostro avviso l’edilizia scolastica deve essere una priorità. Le problematiche relative alla sicurezza degli edifici scolastici vanno affrontate di pari passo con la necessaria riorganizzazione dell’offerta scolastica regionale.
La presenza di istituti sottodimensionati, la duplicazione di indirizzi, la mancanza di programmazione dell’offerta formativa territoriale, rende non più rinviabile un nuovo piano di dimensionamento scolastico, così come una nuova Legge che regolamenti tutto il sistema d’Istruzione e formazione regionale.
La scuola molisana sta andando incontro ad un vero e proprio spopolamento: i dati MIUR certificano che dal 2006 ad oggi siamo passati da 47.335 a 38.995 alunni, 1.000 in meno solamente nell’ultimo anno scolastico.
Il numero ridotto degli alunni potrebbe facilitare processi di aggregazione virtuosa tra scuole, volte a mettere in comune esperienze, strutture e servizi, evitando inutili duplicazioni. Invece avviene il contrario: non si riesce nemmeno ad ottimizzare l’utilizzo delle già esigue risorse che ci sono.
Se non si procede celermente, il dimensionamento avverrà non con la programmazione, ma per consunzione. Ne rappresentano un esempio:
– il sottodimensionamento di 4 Istituti scolastici, che avranno Dirigenti scolastici e DSGA reggenti (I.I.S di Larino, I.C di Castelmauro, I.C S.Elia a pianisi, I.I.S. “Giordano” di Venafro);
– la mancata attivazione delle prime nelle classi di istituti superiori in diversi centri del Molise (Montenero, Campomarino e Casacalenda), che spesso purtroppo è prodromica alla chiusura degli indirizzi.
La responsabilità della classe politica locale è evidente: invece di cercare tardive ed improbabili deroghe, bisognerebbe chiedersi perché non ci si sia attivati per tempo, in modo da creare le condizioni per evitare l’impoverimento dell’offerta formativa.
Lo spopolamento ha ovviamente inciso anche sugli organici regionali, che continuano a subire la riduzione del tempo scuola, decretato in primis dagli epocali tagli dell’era Gelmini, che sono stati confermati dai governi successivi.
In un decennio abbiamo perso circa 870 docenti curriculari, solo in parte compensati dalla creazione del c.d “organico potenziato” e dall’aumento delle deroghe di sostegno.
In più, c’è il dato allarmante riportato dal recente rapporto di Save the Children: mentre in tutta Italia, in base ai dati MIUR, aumenta il numero degli alunni iscritti al tempo pieno, il Molise annovera la percentuale più bassa d’Italia di classi munite di tale servizio (7,8 %) ed è al terz’ultimo posto in Italia per quanto riguarda la presenza di ristorazione scolastica nelle scuole primarie.
Tale situazione, dovuta ad organici insufficienti e mancata predisposizione da parte degli Enti locali dei servizi opportuni, oltre ad incidere sul tasso di dispersione scolastica già elevato (10,8%), rischia di penalizzare ulteriormente la nostra regione, ponendo ulteriori ostacoli all’emancipazione lavorativa, in particolare delle donne.
In compenso, i nostri insegnanti sono stati costretti ad emigrare, in virtù delle storture del piano di assunzioni della Legge 107/15: ricordiamo che circa 300 docenti molisani sono entrati di ruolo fuori regione (167 scuola secondaria e 130 scuola infanzia e primaria). Di questi solo pochi sono riusciti a tornare con un trasferimento, mentre la maggior parte deve attendere ogni anno la lotteria delle assegnazioni provvisorie, che però quest’anno non sono servite per tutti, per cui almeno una cinquantina resteranno fuori.
Non meglio va ai tanti precari ed ai giovani illusi dall’ultimo concorso: molti di loro, pur superando le prove, non sono stati assunti.
Per quanto concerne gli ATA il quadro, se possibile, risulta ancora più drammatico.
Questo personale non ha potuto beneficiare di alcun “potenziamento di organico” ma solo di tagli. In pochi anni si sono persi 500 posti di lavoro, e ciò complica notevolmente il lavoro nelle aule scolastiche e nelle segreterie, con adempimenti che invece si sono moltiplicati, si veda quanto successo quest’estate con la gestione delle graduatorie d’istituto e ciò che sta accadendo in questi giorni relativamente al tema delle certificazioni sui vaccini, con ulteriori incombenze scaricate sulle segreterie scolastiche.
La politica regionale non si è mai interessata al tema degli organici, con il risultato che abbiamo dovuto cedere al mero criterio numerico, che ci penalizza.
Che fare? Riteniamo che il futuro dell’istruzione pubblica debba rappresentare una priorità del governo nazionale e regionale. Chiediamo un intervento su queste problematiche di tutta la delegazione parlamentare e torniamo a sollecitare la Regione Molise affinché si adoperi per quanto di competenza.
I temi della conoscenza, in ogni caso, saranno parte integrante e prioritaria della piattaforma che la CGIL Molise presenterà agli inizi di ottobre, per ridare una idea di sviluppo a questa regione.
E’ necessaria una mobilitazione collettiva, che possa coinvolgere lavoratori, genitori e studenti, che dovranno lavorare insieme su priorità comuni, per la difesa ed il rilancio dell’intero sistema d’istruzione regionale.