“Da due anni il Molise – scrivono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico e Patrizia Manzo – aspetta un vero Piano operativo di razionalizzazione come chiede la legge. Uno dei tanti propositi annunciati e abbandonati da una Giunta che con la propria incapacità continua a far pagare ai cittadini centinaia di migliaia di euro per il nulla”. I due consiglieri regionali hanno presentato, a Palazzo D’Aimmo, una interrogazione sulla questione.
“Se qualcuno non lo ricorda – scrivono Manzo e Federico – gli rinfreschiamo la memoria. La legge nazionale di stabilità 2015, in maniera più incisiva rispetto alle precedenti, prevedeva per le Regioni la stesura di un Piano di razionalizzazione delle società partecipate con l’obiettivo di ridurne numero e costi. Un progetto che aveva date precise: a decorrere dal 1 gennaio 2015 i governatori dovevano avviare un processo di razionalizzazione delle società e delle partecipazioni societarie dirette e indirette per concretizzarne la riduzione entro il 31 dicembre 2015. La normativa prevedeva anche la exit strategy: le amministrazioni, nel rispetto delle procedure ad evidenza pubblica, avrebbero potuto cedere a terzi le società e le partecipazioni vietate. Decorsi i termini previsti, la partecipazione non alienata semplicemente cessava. Se l’alienazione non andava in porto, entro i dodici mesi dalla cessazione, la società avrebbe liquidato in denaro il valore della quota del socio cessato”.
“La legge aveva quindi stabilito tempi e modi del processo e, a conclusione dell’iter di dismissione, aveva imposto – prosegue la nota – entro il 15 marzo del 2016 la stesura di una apposita relazione contenente i risultati del processo di razionalizzazione. Piano e relazione dovevano essere pubblicati sul sito web istituzionale e il piano doveva essere inviato alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti che si sarebbe espressa sulla sua validità”.
“La Regione Molise – continuano i due consiglieri regionali – non fece nulla di tutto questo e a settembre, dunque dopo 6 mesi dalla prima scadenza, in Consiglio regionale fu discussa la mozione a firma MoVimento 5 Stelle Molise che suonava la sveglia al governatore Frattura e alla sua Giunta invitandoli a predisporre il Piano. La mozione fu respinta, anche se il Presidente ammise di essere “inadempiente”, promettendo di adottare il Piano entro fine settembre. E aggiunse trionfante: “Leggerete nell’atto un impegno rigoroso di razionalizzazione di tutto il monte Società partecipate direttamente dalla Regione, lasciando chiaramente in vita esclusivamente quelle che effettivamente rappresentano un valore strategico per la Regione stessa”.
“A fine settembre 2015 – proseguono i due pentastellati – la Giunta approvò la deliberazione n. 497 dal titolo: ‘Ricognizione e Piano operativo di razionalizzazione degli organismi partecipati dalla Regione Molise’. Per quanto riguardava le partecipate indirette la Regione annunciava che “le società pubbliche interessate dovranno attivarsi in un’ottica di massimizzazione dei proventi derivanti dalle cessioni, previa adozione di un piano di razionalizzazione, analogo a quello adottato dalla Regione Molise”.
Si trattava di un documento vuoto, una banale valutazione della dimensione quantitativa delle società partecipate e dei loro dati contabili. Al Piano, tra l’altro, mancava la relazione contenente i risultati della razionalizzazione e non sappiamo se il progetto sia mai stato inviato alla Corte dei Conti. Da allora, le Partecipate dirette e indirette sono tutte al loro posto. Un ginepraio di sigle visibile nella relazione allegata alla Determina di Giunta regionale 497/2015 pubblicata sul sito istituzionale. Esse sono Autostrada del Molise, Sviluppo Montagna Molisana spa, che detiene il 100% di Funivie del Molise; Finmolise che partecipa al capitale di A.SVI.R Molise, IN.DAL.CO. spa, I.FI.M. spa, Matese per l’Occupazione e Molise e Sviluppo (entrambe società consortili per azioni), Cooperativa COTEB scarl, Energia Verde srl, Contagricol spa, Consorzio Agrisviluppo 2000. Ci sono poi Gam (Gestione Agroalimentare Molise) srl in concordato che possiede il 100% di Avicola molisana; Sviluppo Italia Molise che compartecipa con FinMolise a Molise Sviluppo; Molise Dati spa che partecipa alla Banca Popolare delle Province Molisane, a Wircom spa e a Sopros spa. Senza dimenticare la società in liquidazione Korai srl, il consorzio Geosat e lo Zuccherificio del Molise, società dichiarata fallita a luglio 2015. Il caso più eclatante è forse l’Autostrada del Molise, una società legata a un progetto insensato (che in fin dei conti si era ridotto al solo tratto Castelpetroso-Guardiaregia) a cui il M5S si è sempre opposto, chiedendone la liquidazione più volte in Aula. La società Autostrada del Molise ha chiuso il bilancio 2016 con una perdita di circa 190.000 euro: la metà di questi soldi sono serviti a pagare compensi e rimborsi del Consiglio d’amministrazione e del Collegio sindacale, l’altra metà è servita a pagare servizi resi dall’Anas e spese legali. Il progetto non sarà mai realizzato (per fortuna), tuttavia per il sesto anno consecutivo la società ha chiuso il bilancio in passivo ma non viene sciolta, con il socio Regione che continua a pagare il conto, buttando soldi pubblici. È solo un caso, che fa capire lo sperpero di denaro in atto attorno alle Partecipate”.
“Il MoVimento 5 Stelle Molise – precisano Manzo e Federico – ha presentato un nuovo atto in Consiglio regionale. Una interrogazione con cui chiediamo al governatore Paolo di Laura Frattura tre cose: se ad oggi risultano società in dismissione, a partecipazione diretta o indiretta;
se le società partecipate direttamente dalla Regione hanno presentato il piano per la dismissione delle indirette; se un vero Piano operativo di razionalizzazione è stato inviato alla Corte dei Conti che doveva esprimersi sulla sua validità”.
“Il governatore – si chiedono Federico e Manzo – sarà in grado di risponderci?”.