“Subito dopo la pubblicazione della legge di conversione sulla vaccinazione obbligatoria la FLC CGIL ha segnalato le pesanti ricadute che le disposizioni contenute nella stessa avrebbero avuto sul lavoro delle scuole e le possibili lesioni al diritto costituzionale all’istruzione, previste dalla scelta di considerare le 10 vaccinazioni obbligatorie come requisito di accesso alla scuola dell’infanzia, già a partire dal prossimo anno scolastico, a iscrizioni avvenute e confermate”. A scriverlo, in una nota stampa, è il segretario regionale della FLC/CGIL Molise, Giuseppe La Fratta.
“La pubblicazione delle circolari del Ministero della salute e del MIUR – prosegue La Fratta – entrambe del 16 agosto, hanno confermato pienamente il nostro giudizio critico soprattutto sulle disposizioni transitorie per l’a.s. 2017/18. In ogni caso, a prescindere da considerazioni sulla fondatezza giuridica di tali disposizioni, oggetto di valutazione da parte del nostro ufficio legale nazionale, occorre sottolineare come la legge di conversione del decreto legge vaccini prevede che solo a partire dall’a.s. 2019/20 le ASL comunicheranno direttamente alle scuole l’elenco degli iscritti non vaccinati. Per i prossimi due anni, invece, è prevista una fase transitoria che impone alle scuole di acquisire le certificazioni o le autocertificazioni direttamente dalle famiglie, con un inevitabile pesante aggravio del lavoro delle segreterie e disagi per l’utenza. A tale proposito, occorre però rilevare che la stessa circolare applicativa del MIUR prevede una possibile semplificazione delle procedure della fase transitoria sulla base di accordi tra gli Uffici Scolastici Regionali e le Regioni, tramite le ASL”.
“Molte regioni – continua il comunicato stampa – hanno pertanto già formalizzato accordi in tal senso, in modo da agevolare le famiglie e le scuole. Ci risulta, ad esempio, che in Umbria, al fine di semplificare le procedure, le aziende sanitarie provvederanno ad inviare direttamente ai genitori dei bambini nati dal 2011 al 2017 la documentazione che attesti la regolare effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie previste. Dopo il 10 settembre, le ASL invieranno una raccomandata ai genitori dei bambini non vaccinati per invitarli a regolarizzare la situazione. Nelle Marche, altresì, saranno i servizi vaccinali dell’Azienda sanitaria ad inviare alle famiglie una lettera con l’invito ad aderire alle vaccinazioni mancanti prima dell’avvio dell’anno scolastico. Anche la regione Emilia Romagna ha disposto che la documentazione sullo stato vaccinale sia inviata direttamente dalle ASL alle famiglie, e laddove non sia regolare rispetto all’età, le famiglie riceveranno gli appuntamenti per le vaccinazioni. Infine, le regioni Lazio, Toscana e Puglia si sono allo stesso modo dotate di procedure di semplificazione per limitare il disagio delle famiglie: la documentazione sarà acquisita grazie a un rapporto diretto tra le scuole e le ASL, con le prime che invieranno l’elenco degli iscritti alle seconde, che a loro volta verificheranno la regolarità della situazione, attivando le procedure previste per un eventuale recupero delle inadempienze”.
“E in Molise? Niente di tutto questo. Ad oggi, non ci risulta alcuna intesa – continua La Fratta – stipulata per semplificare le procedure, né tanto meno ricordiamo un intervento in materia del Presidente della Regione che, ricordiamolo, ha anche la delega all’Istruzione ed alla Sanità. Intanto, le scuole sono subissate di richieste e iniziano a manifestarsi le prime criticità presso gli ambulatori della Asrem, con genitori e bimbi in fila al caldo per sottoporsi alle vaccinazioni. Siamo consapevoli della ristrettezza dei tempi e della difficoltà legate all’emergenza, ma a noi sembra che manchi anche la volontà politica di adoperarsi per cercare soluzioni alla problematica. Chiediamo pertanto alla Regione Molise ed all’USR di attivarsi con urgenza, in modo da verificare la fattibilità di una intesa che semplifichi le procedure e preveda, già dall’a.s. 2017/2018, minori disagi all’utenza ed alle scuole, ad esempio tramite l’acquisizione diretta da parte degli Istituti dell’elenco dei minori non vaccinati”.
“Il diritto all’istruzione – conclude La Fratta – è un valore costituzionale: va garantito ed agevolato ovunque, in modo da garantire a tutti, a prescindere dalla regione di provenienza, pari condizioni di accesso. A meno che non vogliamo continuare a considerare i molisani, cittadini di serie B”.