Si chiama “Contro il femminicidio io ci metto la faccia” la mostra fotografica inaugurata nella sala consiliare del Comune di Casaclenda, nell’ambito dell’apertura della quindicesima edizione del ‘MoliseCinema Film Festival’.
L’iniziativa è stata voluta dal network Borghi della Lettura, in collaborazione con il Comune di Casacalenda e con la direzione artistica di Molise Cinema che l’ha inserita all’interno della programmazione di quest’anno.
La mostra, ideata e curata da Laura Caradonio e Teresa Battista, due giovanissime professioniste accomunate dall’amore per la fotografia, intende lanciare un messaggio forte al rispetto della donna, attraverso i volti feriti e sorridenti di donne, per lo più giovani molisane, che hanno inteso fare da testimonial per la realizzazione della mostra che potrà essere visitata fino alla fine del mese di Settembre.
A testimonianza dell’importanza dell’arte come strumento di impegno civile la manifestazione è stata aperta dal cantautore molisano Luigi Farinaccio sulle note di “L’ultimo bacio per te”, pezzo dedicato proprio alle donne vittime di violenza.
I lavori sono stati introdotti dai saluti del sindaco di Casacalenda, Michele Giambarba, del direttore artistico di Molise Cinema, Federico Pommier Vincelli, dell’assessore alla cultura e alle pari opportunità del Comune di Campobasso, Adele Emma de Capoa, e del Segretario regionale del COISP, Sindacato autonomo di Polizia, Gianni Alfano.
“La violenza di genere – ha affermato l’assessore comunale di Campobasso, Emma de Capoa – si combatte su più fronti. In primo luogo, è necessario abbattere le barriere socio-culturali che sono all’origine della violenza, promuovendo una cultura dell’accettazione delle differenze e della integrazione. Ma, oltre ad una politica culturale adeguata e a una attenta normativa prevista dal legislatore, è necessario garantire alle donne che hanno subito violenza risposte concrete, offrendo loro opportunità di riscatto economico e sociale. E ciò può avvenire investendo sempre di più nell’attivazione di nuovi centri antiviolenza, o nel potenziamento di quelli già esistenti”.
Dell’esperienza dell’associazione Liberaluna Onlus, del centro antiviolenza di Campobasso (il primo e l’unico riconosciuto dal Dipartimento Pari Opportunità) e delle opportunità legate al progetto “In rete contro la violenza sulle donne” ha parlato Maria Grazia La Selva, presidente di Liberaluna.
A seguire Amelia Boriati ha portato la sua testimonianza diretta di donna che dopo anni di soprusi, violenze fisiche e psicologiche consumate all’interno delle mura domestiche per mano dell’uomo che l’aveva sposata, ha avuto il coraggio di denunciare e di riconquistare gradualmente una libertà perduta, con il valido supporto delle professioniste del Centro antiviolenza di Campobasso al quale lei si è rivolto.
Dalla sua voce rotta dalla commozione più volte è partito un messaggio di ribellione alle tante donne che vivono terrorizzate all’interno delle mura domestiche e che ogni giorno sono vittime innocenti di chi addirittura sostiene di amarle. Sul delicato tema del contrasto alla violenza di genere è fondamentale il ruolo delle istituzioni ma anche delle associazioni.
In rappresentanza di queste ultime ha portato la sua testimonianza Giacinta Gasdia, presidente della sezione Fidapa di Larino e ideatrice dell’iniziativa della Panchina Rossa contro la violenza sulle donne; un piccolo ma prezioso simbolo di impegno civile e di innovativo arredo urbano, installato di recente lungo via Cluenzio, nel cuore del centro storico di Larino.