Il Presidente del Consiglio regionale del Molise, Vincenzo Cotugno, è intervenuto sulla questione inerente i lavori di valorizzazione del Castello Pandone di Venafro.
Con una lettera indirizzata al sindaco di Venafro, Antonio Sorbo, e per conoscenza al Prefetto di Isernia, S.E. Fernando Guida, alla Sovrintendente, Teresa Elena Cinquantaquattro e al dirigente della Regione Molise, Giuseppe Gianrusso, Cotugno ha inteso sollecitare un’immediata risoluzione dei lavori ancora in corso su un cantiere aperto da oltre dieci anni.
“Caro Sindaco – la lettera di Cotugno – ho inteso rivolgere a Te, in primis, questa mia missiva al fine di ulteriormente perorare, laddove ancora possibile, la risoluzione positiva di un’incresciosa situazione che si trascina, oramai, da circa 15 anni. Mi riferisco agli iniziati, e mai conclusi, lavori di “Valorizzazione del Castello Pandone” di Venafro. A tal proposito potrebbero bastare le successive immagini per rendere eloquente il “grido di dolore e delusione” che si leva da ogni cittadino che ami il proprio territorio, oppresso da una burocrazia inerte e troppo spesso incapace di risolvere i problemi reali:
Le responsabilità sono tante, e certamente le ereditiamo dal passato, ma oggi noi tutti abbiamo il sacrosanto dovere di guardare ad un futuro che ci GARANTISCA un risultato differente.
Non voglio lasciare nulla d’intentato su questa vicenda, e sono certo che il sentimento che guida anche la Tua azione amministrativa, non resterà indifferente a questa mia, ulteriore, sentita e doverosa sollecitazione.
Di seguito voglio esplicitare i punti salienti dell’iter procedurale che hanno caratterizzato i programmati, progettati e mai completati lavori di “Valorizzazione del Castello Pandone” di Venafro:
- il Comune di Venafro nel 2003 beneficiava di un finanziamento, da parte della Regione Molise, per interventi di “Valorizzazione del Castello Pandone”;
- il finanziamento veniva destinato nell’ambito del programma pluriennale di intervento ex art. 15 dell’O.P.C.M. n. 3268/03 – Delibera CIPE n. 17 del 09.03.2003;
- successivamente, la dotazione finanziaria veniva implementata con un ulteriore finanziamento, sempre a favore della “Valorizzazione del Castello Pandone”, così come disposto dalla Giunta regionale del Molise con proprio atto nell’anno 2010;
La gestione di tale finanziamento pubblico è stata alquanto anomala, così come riscontrabile da atti pubblici adottati e che più volte hanno richiamato l’attenzione della cittadinanza e della stampa locale.
Oltremodo, con deliberazione di Giunta Comunale n. 44 del 8.03.2011, veniva approvato il progetto definitivo per il completamento delle opere e, con atto del 11.04.2011, la Giunta regionale concedeva il ricorso all’anticipazione della spesa a carico del bilancio regionale, autorizzando gli uffici competenti al compimento degli adempimenti successivi.
Ad oggi, tuttavia, nonostante i finanziamenti stanziati e nonostante l’enorme lasso di tempo intercorso, in evidente spregio ai principi di economicità, efficienza ed imparzialità che dovrebbero caratterizzare l’operato della P.A., le opere non sono state completate e l’area risulta ancora integralmente “cantierata”, con relativa chiusura della strada pubblica che conduce alle abitazioni circostanti, così come è ben riscontrabile nelle tre immagini che ho accluso alla presente.
È evidente che tale vicenda, data la valenza del Castello Pandone, ha causato e continua a causare ingenti danni alla città di Venafro e alla sua popolazione, non solo in termini d’immagine, ma comporta anche notevoli ripercussioni nel settore economico, turistico e commerciale, senza dimenticare, i disagi che, quotidianamente, devono affrontare gli abitanti della zona. Ma le considerazioni innanzi riportate mi spingono anche a richiedere ai competenti Servizi regionali se i tempi di erogazione e spesa dei finanziamenti siano in linea e rispettosi della normativa in materia e delle convenzioni relative; diversamente sarebbe doveroso intervenire anche in tale direzione, senza se e senza ma.
Credo che la conclusione di questa nota sia rappresentata dal sentimento che ha stimolato l’avvio, ed è: ORA BASTA! In un paese civile non è pensabile che un sito storico-artistico-culturale di così alto prestigio e fama nazionale, che coinvolge tanti e tali interessi collettivi meritevoli di tutela, sia lasciato nel degrado e nell’indifferenza più assoluta per così tanti anni.
Ecco perché da cittadino, da molisano, e, seppur pro-tempore, da Presidente del Consiglio regionale del Molise, chiedo con forza che si trovi la risoluzione di tale annosa ed incresciosa vicenda; pronto e determinato ad interessare ogni ordine e grado di competenza pubblica pur di ottenere concreti risultati che, mi auguro, tengano conto del valore di un luogo e del rispetto della gente che lo abita, lo visita, lo apprezza! Ma ancor prima, ed ancor più, confido nel Tuo attivismo, sorretto dall’autorità di governo locale che è insita nel Tuo ruolo, e che deve essere totalmente spesa nel perseguimento di un obiettivo che, sono certo, Ti appartiene al pari di ogni altro venafrano.
Alle Autorità che leggono per conoscenza, chiedo sostegno, per quanto di Loro competenza, ringraziando fin d’ora per quanto potranno fare”.