L’8 agosto del 1956 alle ore 8.10 un macchinista addetto ad una delle gabbie del pozzo di estrazione si accorse che essa si era improvvisamente arrestata e non rispondeva più ai comandi. Il carrello aveva tranciato i fili della corrente elettrica e della condotta dell’olio. Il corto circuito provocò un incendio che si propagò rapidamente ai cantieri sotterranei.
262 morti, 136 gli italiani, 7 molisani.
Questo disastro rappresenta soprattutto una tragedia degli italiani immigrati in Belgio nel dopoguerra. Nel tempo è diventata il simbolo di una condizione migratoria e di una tipologia di lavoro, che nulla aveva a che fare con la dignità umana ed il rispetto delle basilari norme sulla sicurezza.
Nella giornata di lunedì i sindaci dei Comuni di Ferrazzano, Busso, Sant’Angelo del Pesco, San Giuliano di Puglia e San Giuliano del Sannio, insieme al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente dell’associazione culturale Pro Arturo Giovannitti, si confronteranno in una tavola rotonda, sul tema “emigrazione in Europa”. A seguire la commemorazione della vittime molisane del disastro presso la piazza a loro dedicata a Ferrazzano.
Nella giornata dell’8 agosto, 61° anniversario della tragedia, verrà celebrata una messa a suffragio dei caduti.
Alle 18.30 presso Palazzo Chiarulli saranno proiettati documentari inerenti il disastro.
Un omaggio a tutti quelli che, con il loro sacrificio, hanno contribuito a far crescere la nostra Nazione. Una comunità senza memoria non ha futuro.